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Rilanciare il settore della microelettronica

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Rilanciare il settore della microelettronica  Rilanciare Microelettronica

Il   settore della microelettronica è di importanza fondamentale per lo sviluppo qualificato del comparto   industriale ad alta tecnologia e per le prospettive dell’industria manifatturiera del nostro Paese.

Il Governo ha avviato un “tavolo” sul settore   con le organizzazioni sindacali, l’associazione Anie e le Regioni che è stato ora riconvocato nella giornata del 26 settembre 2014. Le organizzazioni sindacali e il coordinamento nazionale Fim, Fiom, Uilm della microelettronica ritengono che il riavvio del “tavolo” necessita di nuovo impulso per arrivare a definire linee di indirizzo e di sostegno, e favorire il rilancio dei piani di investimento tecnologico, i soli che possono assicurare prospettive e futuro all’industria del Paese.

Esprimono inoltre le   proprie preoccupazioni rispetto alla STMicroelectronics, in riferimento all’intenzione di cedere quote azionarie detenute oggi dal Ministero dell’Economia.

Le esperienze delle privatizzazioni in Italia   purtroppo, al di là   delle intenzioni dichiarate, hanno avuto come minimo comune denominatore la   riduzione del personale e l’indebolimento del ruolo dell’impresa sul mercato.

E’ invece fondamentale, per le prospettive occupazionali e industriali dei siti italiani, mantenere la parità della partecipazione azionaria rispetto alla parte francese e il mantenimento del controllo pubblico. Qualsiasi spostamento degli assetti societari deve garantire lo sviluppo dell’azienda.

Ci preoccupa, infatti, che l’ipotesi ventilata dal Governo italiano possa in qualche modo mettere a rischio la salvaguardia e la crescita occupazionale, fondandosi su ragioni prettamente economiche di reperimento di risorse per il bilancio dello stato e non, invece, su considerazioni di riconoscimento del settore quale asset strategico per il Paese e per le diverse aree di insediamento industriale.

La sfortunata avventura di ST Ericsson, unitamente alla precipitosa dismissione del settore memorie con la recente vicenda Micron, ha inferto un duro colpo alla struttura

industriale delle aziende del comparto, con l’indebolimento di importanti settori di mercato e con la perdita di importanti professionalità.

Le imprese fanno prevalere l’aspetto finanziario rispetto a quello industriale, scelta negativa che ha consegnato negli ultimi anni un saldo negativo sia in termini di occupati, che di fatturato e quote di mercato.

Oggi lo scenario è profondamente cambiato rispetto al recente passato, sia per la crisi che sta attraversando l’Unione Europea, sia per la necessità di accedere ai fondi europei   attraverso un preciso   piano   di   ricerca   e   sviluppo da   sottoporre all’approvazione di Bruxelles.

Mentre i competitori asiatici e statunitensi e lo stato francese investono grandi quantità economiche nel settore della microelettronica, in Italia questo non avviene. Si impone, dunque, un salto di qualità nell’azione del Governo italiano, che deve avere come scopo prioritario l’avvio di nuovi piani di ricerca e sviluppo avanzati e nuovi investimenti produttivi per il mantenimento   competitivo dei siti italiani, anche intercettando risorse provenienti dai progetti finanziati dall’unione europea.

Nell’accordo di programma tra sindacati e governo del 2007 si prevedeva l’avvio di investimenti per produzione a 12” per il sito produttivo di Catania, dove esiste un building oggi utilizzato da 3SUN, una linea 12” R&D ad Agrate e progetti ad alto contenuto tecnologico nei siti di Napoli, Catania ed Agrate. Quell’accordo non è mai stato attuato.

Per questo chiediamo al Governo, azionista di riferimento di ST e garante di quel contratto di programma, di attivarsi al fine di riequilibrare gli assetti tra Italia e Francia, sia dal punto di vista degli investimenti industriali che dal punto di vista occupazionale.

In questo scenario preoccupano anche le notizie di un allentamento dell’impegno di STMicroelectronics dai progetti di collaborazione con le Università, con il CNR e gli altri enti di ricerca e il ridimensionamento dei progetti di investimento.

La struttura dei poli di ricerca collocati a Nord e a Sud del nostro Paese va rilanciata anche nello sviluppo delle sinergie, avendo ben chiara la necessità di un consistente sostegno pubblico ed un rinnovato rapporto collaborativo con gli enti di ricerca e le università.

STMicroelectronics rappresenta una delle eccellenze principali dell’Italia, un polo industriale vitale ed efficiente, che non va assolutamente indebolito.

Il rafforzamento della ricerca e della produzione nelle aziende di microelettronica è reso ancora più urgente dalla necessità di trovare soluzioni ai problemi occupazionali