Skip to content Skip to main navigation Skip to footer

AST: Farina ed altri 30.000 alla manifestazione di Terni

Condividi questa pagina

Terni si ferma e abbraccia i lavoratori della Ast che vogliono salvare l’impianto di acciaieria. E’ il giorno dello sciopero generale provinciale proclamato da Cgil, Cisl e Uil contro i 537 licenziamenti annunciati da ThyssenKrupp per l’Ast. In 30 mila, tra cui cittadini e studenti, si sono radunati davanti ai cancelli della fabbrica di viale Brin e poi in corteo fino a piazza della Repubblica dove sono attesi i comizi finali dei segretari generali di Cgil e Uil, Susanna Camusso e Luigi Angeletti e quello della Fim Cisl, Giuseppe Farina. “Il governo dico deve fare di più, molto di più. – dice dal palco il leader della Fim-Cisl, Giuseppe Farina – Il governo non può solo mediare, solo invitare le parti al dialogo. Deve intervenire su Thyssen e sul governo tedesco”.

Farina ammonisce “l’atteggiamento arrogante della Thyssen, una controparte rigida e spigolosa” mentre dall’altra parte “c’è governo volenteroso ma inefficace. L’attuale trattativa è un’infamia: non si possono chiedere sacrifici ai lavoratori se non servono a salvare impianti e posti di lavoro. Basta con la storia che per salvare il lavoro bisogna tagliare i salari. Caro governo, caro Renzi, non si può avere un’industria competitiva con operai malpagati. E non sono certo le retribuzioni a pesare sullo stabilimento di Terni: i salari italiani sono i più bassi d’Europa”.

Per Camusso, “il governo, da Terni a Taranto, non si è accorto che la siderurgia è tutta in difficoltà. A tutti i metalmeccanici diciamo che sarebbe bene andare allo sciopero generale del settore e al governo che non c’è una politica industriale per il Paese se non c’è una politica della siderurgia,
un’idea del settore, una siderurgia che funzioni” mentre Angeletti  ha sottolineato che, “a Terni, si gioca anche il destino di una parte consistente del nostro futuro industriale e dei posti di lavoro in tutto il Paese. Siamo qui oggi per salvare un’azienda, dobbiamo sapere che in gioco
c’è il futuro di una città. La chiusura della Thyssen a Terni innescherebbe altre ristrutturazioni, altri posti di lavoro persi. Non si può pensare di avere una crescita in futuro se si chiudono fabbriche fondamentali”.

Alla testa del corteo lo striscione “Noi non ci stiamo!!”. Chiusi i negozi, che hanno affisso cartelli di solidarietà nei confronti dei lavoratori.  Al passaggio dei manifestanti – circa 10 mila i partecipanti – ci sono due ali di folla di ternani che applaudono e fotografano. In corteo anche famiglie con passeggini e cittadini con magliette con scritto “L’acciaieria non si tocca”. Cartelli e striscioni di solidarietà sono esposti anche dai balconi delle case e, in strada, da gruppi di studenti, associazioni di categoria, ordini professionali, mondo della cooperazione e del sociale.

Vai all’articolo