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Jobs Act e le modifiche in materia di sicurezza

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Sul Job Acts (la legge delega per la riforma del lavoro) le attenzioni politiche, sindacali e mediatiche sono state rivolte – quasi tutte – alle modifiche dello Statuto dei Diritti dei Lavoratori, la Legge n.300 del 1970. Specie all’ulteriore de-potenziamento (fino alla cancellazione) dell’Art.18, che regola i licenziamenti per giusta causa nel settore privato. Ripeto “nel settore privato”, per i tanti ignoranti che siedono in Parlamento e per gli abituali frequentatori di talk show televisivi.

Come consuetudine in Italia, si parla di una cosa, ma in realta il legislatore cerca di far passare tanti provvedimenti all’insaputa dei più (e la legge si sa non ammette l’ignoranza). E’ quanto avviene anche con il maxi-emendamento approvato al Senato e ora all’esame alla Camera.

Nell’art.1 del maxi-emendamento ci sono alcuni commi che delegano il Governo (senza alcun confronto con le parti sociali) ad adottare “disposizioni di semplificazione e razionalizzazione delle procedure e degli adempimenti” anche in materia di igiene e sicurezza sul lavoro.

Il problema e’ che – con la delega – non ci e’ dato sapere quali sono i “confini” tra la semplificazione degli adempimenti burocratici e il mantenimento degli standard di tutela dei lavoratori in materia di prevenzione e protezione dai rischi di malattie professionali e infortuni.

 

Gianni Alioti

Ufficio Ambiente, Salute e Sicurezza FIM-CISL

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