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Uno sguardo sui negoziati a Detroit tra UAW e le tre big dell’auto

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Non sono ancora spenti i riflettori in Italia sul rinnovo del CCSL in FCA e CNHi, che si accendono sui negoziati tra il sindacato americano UAW e le 3 Big dell’auto di Detroit (FCA, Ford Motor e GM) per il rinnovo del contratto collettivo. In questo caso i lavoratori interessati sono oltre 139mila.

E’ toccato a GM dare il la’, lunedì 13 luglio, con la prima cerimonia d’apertura. Seguita il giorno dopo da FCA. A chiudere il giro la Ford, giovedì 23 luglio, nello stesso giorno in cui prendono il via – contemporaneamente – i negoziati nelle 3 Big. Un processo negoziale strutturato attraverso sotto-comitati per ciascun tema. Una trattativa a tempo pieno. Alla mezzanotte del 14 settembre scade, infatti, il contratto collettivo vigente.

E negli USA non c’e’ l’ultrattività dei contratti. Fintanto che non lo si rinnova (o non lo si riconquista davvero con lo sciopero, non abbaiando alla luna come fa Landini da anni), i lavoratori restano senza copertura contrattuale. Non come succede in Italia, dove i membri della Fiom-Cgil godono della copertura dei contratti firmati da Fim-Cisl e Uilm-Uil (definiti con disprezzo dalla Fiom sindacati “filo aziendali”).

Nella “lotta tra le classi” non dovrebbe trovare spazio il cinismo e l’opportunismo dei dirigenti sindacali nei confronti dei lavoratori, specie se membri del proprio sindacato. Per questo il presidente di UAW, Dennis Williams dichiara che considererebbe un “fallimento” se il sindacato dovesse proclamare lo sciopero per assicurarsi il rinnovo del contratto. Specie quando tutte le parti in causa (dal management ai lavoratori, dagli azionisti ai consumatori…) possono uscire soddisfatte dall’esito del processo negoziale.

Nel 2011, la UAW non poteva scioperare contro GM o Fiat Chrysler. Doveva rispettare gli accordi firmati con i Governi di Canada e Usa per garantire il loro salvataggio. Ora non ci sono vincoli e il sindacato ha ricostruito il suo fondo di sostegno allo sciopero, che si era assottigliato. Ma il fatto che il sindacato sia nelle condizioni di sostenere un lungo sciopero, non vuol dire affatto che lo stia perseguendo. Per i sindacalisti di UAW lo sciopero e’ “l’ultima arma”. Inevitabile quando, messi con le spalle al muro dal management aziendale, non si hanno altre scelte.

La differenza con il 2011 non riguarda, pero’, solo “l’arma dello sciopero”. Le case automobilistiche, da alcuni anni, stanno godendo di una robusta ripresa del mercato statunitense. Diversi analisti prevedono che l’economia nordamericana continui in buona salute fino al 2018, prima di mostrare segni di debolezza. Anche se altri posti di lavoro saranno probabilmente creati, le 3 Big di Detroit avranno meno spazio per una crescita simile a quella realizzata dal 2011-2015. La Ford Motor, ad esempio, ha assunto nel quadriennio circa 15mila lavoratori rispetto ai 12mila promessi durante i negoziati del 2011. La stessa Fiat Chrysler ha avuto un exploit superiore alle più rosee aspettative.

Nel 2009, nell’ambito del fallimento di Chrysler, l’UAW ha accettato che FCA potesse assumere un numero illimitato di lavoratori con salario d’ingresso. Al contrario di Ford e GM i cui accordi prevedono soglie massime. Attualmente in Fiat Chrysler Automobiles (FCA) i lavoratori con il salario d’ingresso hanno raggiunto il 43 per cento (poco meno di 15mila persone). Percentuale di gran lunga superiore a quella GM e circa il doppio di quella Ford.

I lavoratori nuovi assunti partono da 15,78 dollari l’ora e possono arrivare a 19,28 dollari, rispetto ai 28,50 dollari l’ora guadagnati dai lavoratori senior. Il diverso peso dei nuovi assunti sul totale della forza lavoro determina, per la prima volta tra le 3 Big di Detroit, un differenziale nel costo del lavoro. Ford è il più alto a 57 dollari l’ora, seguito da GM a 55 dollari e Fiat Chrysler a 47 dollari. La media di tutte le case automobilistiche straniere con fabbriche negli Stati Uniti è di 47 dollari l’ora, secondo il Center for Automotive Research (primo grafico).

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In pratica un costo del lavoro allineato con quello di FCA e non più così distante da quello di GM e Ford Motor. E’ un’inversione di tendenza. Risultato delle concessioni fatte da UAW nel contratto collettivo del 2011. Non solo salario d’ingresso per i nuovi assunti. Ma anche scambio tra mancati aumenti retributivi della paga oraria dei lavoratori senior, con aumenti della retribuzione annua legata alla partecipazione agli utili.

Ciò ha ridotto il divario del costo orario di lavoro totale, tra cui i benefit, di FCA, Ford Motor e GM e quello delle case automobilistiche coreane, europee, giapponesi con fabbriche negli Stati Uniti. Fabbriche non sindacalizzate. Fuori, quindi, dal sistema contrattuale negoziato da UAW con le 3 Big di Detroit.

La posta in gioco, in cambio delle concessioni del 2011, erano nuovi investimenti (di prodotto e processo) e la crescita, dopo 25 anni di declino, dell’occupazione (secondo grafico).

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La negoziazione di futuri investimenti e posti di lavoro sarà una questione che rincontriamo sulla strada dei negoziati in corso. GM e Ford hanno annunciato piani d’investimento per costruire più automobili e/o componenti in Messico, dove la produzione di auto è più che raddoppiata negli ultimi 10 anni. L’annuncio di Ford Motor di voler spostare nel 2018 la produzione della Focus in Messico sarà oggetto di discussione al tavolo negoziale. Anche nel caso di FCA e’ in discussione lo spostamento della produzione della prossima generazione della Jeep Wrangler da Toledo in un altra fabbrica, probabilmente in Messico.

Al fine di tutelare i posti di lavoro negli Stati Uniti, dove le vendite di auto si stabilizzeranno, UAW chiede la garanzia che i nuovi modelli di auto e camion siano costruiti nelle fabbriche degli Stati Uniti. Ma e’ probabile che il sindacato debba scendere a compromessi. Ad esempio, pagando più contributi per l’assistenza sanitaria o rinunciando ad aumenti salariali. Cosa non semplice, visto che salario e assistenza sanitaria costituiscono i temi più controversi del negoziato: tra aspettative dei lavoratori e preoccupazioni delle aziende di perdere i vantaggi competitivi, realizzati negli ultimi quattro anni, nei confronti dei player stranieri.

Da molto tempo i lavoratori senior, che guadagnano 28,50 dollari l’ora, più benefit, vogliono – dopo un decennio – un aumento di stipendio sulla paga oraria. Hanno ricevuto bonus elevati, legati al meccanismo del profit-sharing. Anche FCA, l’azienda con minor redditività delle tre big, ha erogato ai lavoratori più di 9.000 dollari a partire dal 2011, secondo la Labor and Economics Associates, una società di consulenza. Questo vale più di un 3 per cento di aumento sulla retribuzione annuale per ciascuno dei quattro anni di durata del contratto collettivo.

L’altro aspetto economico controverso riguarda i diversi livelli salariali a parità di lavoro.

Il presidente di UAW, Dennis Williams sostiene con determinazione che vuole “colmare il divario” che separa i lavoratori recentemente assunti con i lavoratori senior. Anche Sergio Marchionne dice che gli piacerebbe eliminare il sistema salariale a due livelli in FCA. Ma a differenza del sindacato, Marchionne vuole congelare lo stipendio dei lavoratori senior fino alla pensione.

Nella cerimonia d’apertura, Sergio Marchionne ha valorizzato il ruolo del sindacato e dei lavoratori: “Con il sostegno di UAW, FCA ha investito negli USA oltre US $ 5,7 miliardi e assunto quasi 15.000 lavoratori, mantenendo il costo del lavoro competitivo. Di conseguenza, la produzione in USA di veicoli è aumentato da 1,2 milioni di unità nel 2011 a 1,7 milioni di unità nel 2014”.

“I nostri lavoratori membri di UAW sono parte integrante del successo di FCA negli Stati Uniti, e hanno bisogno di partecipare al benessere economico della società”

“Iniziamo il negoziato con un desiderio di riconoscere e premiare i nostri dipendenti per il loro duro lavoro e dedizione”, ha detto il vice-presidente Glenn Shagena, responsabile delle relazioni sindacali. “La trattativa offre a entrambe le parti la possibilità di proteggere e garantire la futura competitività di FCA, mantenendo una struttura di costi che ci permette di continuare a fornire buoni posti di lavoro ben retribuiti.”

Il vice-presidente di UAW, Norwood Jewell responsabile dei negoziati con FCA non scende nei dettagli della strategia negoziale del sindacato ma conferma che i due livelli salariali e la partecipazione agli utili sono i principali punti all’ordine del giorno per il sindacato e i lavoratori.

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… questo articolo e’ stato pubblicato, con il titolo “Maratona negoziale al via e salari in primo piano”nelle 4 pagine di approfondimento, curate da me e dall’amico Manlio Masucci, che il quotidiano della CISL “Conquiste del Lavoro” ha voluto dedicare all’avvio dei negoziati a Detroit tra il sindacato americano dell’auto e il management di FCA, Ford Motor e GM.

Approfondimento, per andare oltre la cronaca. Per aiutare a capire le sfide attuali della contrattazione collettiva in un settore specifico e innovativo come quello dell’auto. Per meglio conoscere un modello di relazioni industriali e sindacali, quello di Detroit, con le sue peculiarita’ e diversita’ rispetto a quello prevalente nel resto degli USA.

… di seguito il link per poter scaricare in pdf ciascuna delle 4 pagine:

L’American Dream riparte da Detroit  L’articolo di Manlio Masucci

Maratona negoziale al via e salari in primo piano  L’articolo di Gianni Alioti

Una trattativa nel segno della partecipazione e dell’equità (1) L’intervista alla professoressa Marianna De Luca, dell’Università Cattolica di Milano (prima parte)

Una trattativa nel segno della partecipazione e dell’equità (2)  L’intervista alla professoressa Marianna De Luca, dell’Università Cattolica di Milano (seconda parte)