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Rimpatriare i radical chic, non solo quelli di Capalbio

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Interviene Marco Bentivogli, segretario generale della Fim-Cisl: “L’accoglienza è un dovere e proprio per questo va coordinata, gestita e organizzata. A Capalbio ci sono i radical attempati, ma i radical più furbi che li criticano non sono sempre migliori”

di Marco Bentivogli | 19 Agosto 2016 – Il Foglio

 

Come sostiene seriamente anche Giorgio Barba Navaretti, e come ha scritto sul Foglio oggi Roberto Cicciomessere, ci sono ragioni molto serie, economiche e sociali, affinché il nostro paese non sia un luogo da cui scappare (vale sia per italiani che per migranti) e si occupino i rifugiati in lavori di pubblica utilità e si inseriscano in percorsi di formazione come avviene in tutto il Nord Europa. Cose di buon senso insomma, ma quest’ultimo in Italia pare saltato, nella morsa tra populismo xenofobo e radical chic. In cui i radical arrivano sempre in soccorso della destra xenofoba.

Quella sinistra balneare di Capalbio che si oppone con due ricorsi al Tar all’accoglienza di 40 rifugiati è il più grande assist al lepenismo nostrano. Ma Capalbio ormai contiene i radical attempati, quelli meno capaci di governare le scivolate dovute al sole ferragostano. La geografia balneare radical è più diffusa, le enclave sono più a sud, a Ginostra, in alcune masserie nel Salento e altrove… e soprattutto in barca a vela, lontano dai poveri…

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