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Bangladesh: i sindacalisti e i lavoratori tessili in prigione sono stati liberati per le pressioni internazionali

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I 35 sindacalisti e lavoratori del tessile-abbigliamento arrestati in Bangladesh dal dicembre dello scorso anno sono stati rilasciati. Questo in seguito a una grande campagna internazionale guidata da IndustriALL Global Union e UNI Global Union contro il giro di vite del Governo del Bangladesh sul movimento operaio.
Ieri 23 febbraio è stato raggiunto un accordo tripartito tra il Consiglio Bengalese di IndustriALL (IBC), il Ministero del Lavoro e il Bangladesh Garment Manufacturers and Exporters Association, provvedendo al rilascio dei sindacalisti e lavoratori tessili arrestati. L’accordo prevede che, in base ad ogni singolo caso, saranno prosciolti dalle accuse.

Il segretario generale di IndustriALL Global Union, Valter Sanches ha accolto positivamente la decisione di rilasciare gli attivisti incarcerati:
“Abbiamo assistito ad uno spettacolo incredibile di solidarietà globale e questa è una vittoria importante per lavoratori tessili in Bangladesh. È stato inviato un messaggio forte ai rappresentanti dell’industria del paese affinché entrino in un dialogo costruttivo con i sindacati.
La questione che ha scatenato la repressione dei sindacati alla fine dello scorso anno rimane. Noi continueremo a sostenere la lotta per salari più alti e monitoreremo attentamente la situazione fino a quando cadranno tutte le accuse”.

Il segretario generale UNI Global, Philip Jennings ha dichiarato:
“In giro per il mondo, abbiamo visto in azione un’efficace solidarietà globale, con proteste in decine di grandi città. Da Kathmandu a New York, la gente si è alzata in piedi per chiedere che in Bangladesh siano rispettati i diritti umani e sindacali. Accogliamo con favore il rilascio dei sindacalisti imprigionati e speriamo di poter cominciare a voltare pagina sull’aggressiva repressione sindacale in Bangladesh. Tuttavia, dobbiamo restare in guardia – il messaggio in Bangladesh è di rispettare i diritti dei lavoratori”.

L’accordo stabilisce un precedente in quanto riconosce l’IBC (il Consiglio Bengalese di IndustriALL che coordina tutti i sindacati affiliati) come controparte formale nei negoziati.

“Come rappresentanti legittimi dei lavoratori tessili del Bangladesh abbiamo una piattaforma. E continueremo a lottare per i nostri membri”, dice Amirul Haque Amin, presidente del Consiglio Bengalese di IndustriALL e del National Garment Workers Federation – NGWF.

Background

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Le 35 persone, tra leader sindacali e lavoratori tessili, erano state arrestate nel mese di dicembre 2016 e diverse sedi sindacali chiuse nel distretto dell’abbigliamento di Dacca, a seguito delle richieste per un salario minimo più alto. Il Governo e i proprietari delle fabbriche di abbigliamento in Bangladesh, hanno usato lo sciopero per il salario minimo, come pretesto per giro di vite sul movimento operaio.

IndustriALL Global Union e UNI Global hanno lanciato la campagna internazionale #EveryDayCounts, che ha ricevuto un sostegno enorme da parte dei sindacati affiliati e di altri attori del movimento dei lavoratori. Centinaia di foto provenienti da tutto il mondo sono state pubblicate sui social media, e sindacati in più di 20 paesi hanno inviato lettere al primo ministro del Bangladesh, Sheikh Hasina, chiedendo la liberazione dei leader sindacali detenuti e degli attivisti dei lavoratori, e che tutte le accuse venissero eliminate.

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Il 15 e il 16 febbraio, ci sono state proteste, sit-in e incontri alle ambasciate del Bangladesh in 16 città, tra cui Berlino, Ginevra, Londra, Bruxelles, L’Aia, Washington, New York, Ottawa, Kathmandu, e Seul.

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La campagna coordinata con LabourStart ha visto più di 10.000 persone e strutture sindacali inviare un messaggio al Governo del Bangladesh chiedendo di liberare i sindacalisti e attivisti incarcerati.

Il flash bob dei delegati al Congresso della FIM-CISL Verona (22 febbraio 2017)

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