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Turchia, i metalmeccanici conquistano aumenti salariali del 25%

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Il 30 gennaio 2018, dopo un serrato negoziato di 12 ore consecutive tra Türk Metal e la MESS (l’associazione di categoria delle imprese equivalente alla nostra Federmeccanica) è stato firmato il principale contratto collettivo di settore, al quale aderiscono 179 imprese per un totale di 131 mila lavoratori. Tra queste aziende, ci sono importanti gruppi turchi e multinazionali come Arçelik, Aygaz, Borusan, Bosch, Daimler (Mercedes), Ford, MAN, Renault, Tofaş (FCA) ecc. L’accordo è stato firmato da Türk Metal che organizza 120 mila lavoratori sul totale dei 131 mila e, successivamente, dai due sindacati minori affiliati a IndustriALL Global Union e industriAll Europe: Birleşik Metal-Iş e Çelik-Iş, che organizzano i restanti undici mila lavoratori (rispettivamente 8 mila e 3 mila).

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In Turchia i lavoratori complessivamente occupati nei diversi settori dell’industria metalmeccanica sono oltre un milione e 800 mila. La contrattazione collettiva è per impresa o gruppo d’imprese (come in questo caso) e il grado di copertura è subordinato strettamente alla densità sindacale. In pratica dove non c’è la presenza di un sindacato, non c’è contrattazione collettiva e il rapporto di lavoro è regolato solo dalla legislazione e dalle misure unilaterali delle imprese.

L’accordo firmato assume pertanto in questo paese, per estensione e contenuti, un valore storico. Sul piano salariale e normativo i risultati sono molto più vicini alle richieste sindacali, che alle minime disponibilità iniziali degli imprenditori, motivo della rottura delle trattative a dicembre del 2017 e del fallimento dei tentativi di mediazione e arbitrato previsti dalla legislazione del lavoro. Rottura che ha portato a moltissime e partecipate azioni dirette organizzate dai sindacati in strada, nei viali e nelle piazze (a dicembre) e, soprattutto, nei luoghi di lavoro in queste settimane di gennaio. Sindacati e lavoratori non hanno accettato il ricatto dello stato di emergenza imposto nel paese, né si sono fatti scoraggiare dal rinvio – deciso dal Governo – dello sciopero ad oltranza che avrebbe dovuto iniziare oggi 2 febbraio.

Türk Metal ha saputo riallacciare i nodi di un negoziato interrotto con la MESS, riaffermando l’autonomia delle parti sociali rispetto a un arbitro supremo che, in base alla legislazione turca, può imporre un lodo. Dimostrando maturità e calma i sindacati hanno evitato di utilizzare i lavoratori contro i datori di lavoro. Al contempo va riconosciuto che la direzione della MESS non si è nascosta dietro la scusa dello stato di guerra della Turchia, sottraendosi alle proprie responsabilità negoziali, in un contesto di crescita economica costante del paese con l’industria metalmeccanica a fare da traino alle esportazioni.

Come aveva dichiarato durante le azioni di lotta il presidente di Türk Metal, Pevrul Kavlak “Vogliamo solo i nostri diritti, niente di più. I nostri lavoratori che contribuiscono con livelli record di produttività, qualità ed efficienza ai risultati economici delle imprese e alla torta crescente del Pil, non possono continuare a essere esclusi da un’equa ripartizione della ricchezza”.

I lavoratori hanno espresso in questi giorni la loro gioia e soddisfazione per l’accordo e i segretari generali di IndustriALL Global Union e industriAll Europe, Valter Sanches e Luc Triangle, rivolgendosi ai loro sindacati affiliati Birleşik Metal-Iş e Çelik-Iş, hanno scritto: “Ci congratuliamo con tutti i lavoratori metalmeccanici turchi per la loro attuazione in questo difficile negoziato. La loro unità, la loro lotta e la loro determinazione hanno reso possibile questa grande vittoria. Hanno dato un grande esempio al mondo che quando si lotta unitariamente si può ottenere il massimo. Siamo fiduciosi che si possa mantenere questa unità”.

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A loro volta Gianni Alioti e Marco Bentivogli, in una lettera inviata al presidente di Türk Metal, sindacato con il quale la Fim-Cisl ha stretto un patto di unità d’azione, affermano di essere onorati di “continuare insieme la strada per rafforzare l’azione sindacale dei metalmeccanici in tutta la regione euro-mediterranea e in tutto il mondo”. In quest’ottica dal 16 al 18 maggio 2018 a Didim in Turchia si realizzerà la 2^ Conferenza dei sindacati metalmeccanici di tutti i paesi euro-mediterranei, dalla penisola iberica ai Balcani, con l’obiettivo di coordinare la contrattazione collettiva e la presenza sindacale nelle imprese multinazionali.

I risultati dell’accordo sono i seguenti:
Salario [1]
– minimo retributivo orario elevato da 1,76 a 1,95 euro con decorrenza 1 settembre 2017;                      – aumento uguale per tutti di 0,35 euro l’ora;
– anzianità di lavoro: aumento di 6,50 euro per ogni anno di anzianità per un massimo di 15 anni (la media di anzianità di lavoro nelle imprese metalmeccaniche è di quasi dieci anni).
L’aumento salariale complessivo su una paga oraria media di 2,20 euro è, quindi, di quasi il 25 per cento nei primi sei mesi di durata del contratto (contro un’inflazione di solo il 3,2 per cento. Nei semestri successivi, fino alla scadenza prevista il 31/12/2019 (due anni di vigenza contrattuale invece che tre), i salari saranno riallineati all’inflazione (a consuntivo).

Social benefit
L’aumento dei social benefit è di 11,07 euro l’anno equivalente a un aumento su base mensile dell’1,68 per cento.

Assicurazione sanitaria integrativa
Introduzione sanità integrativa per tutti i lavoratori, attraverso una quota annua pagata dalle aziende di 104,35 euro.

Sommando aumenti salariali, social benefit e sanità integrativa la percentuale d’incremento economico cumulativo ottenuto dai sindacati metalmeccanici nei primi sei mesi di vigenza contrattuale arriva al 27,62 per cento. Risultato tanto più straordinario se consideriamo che gli aumenti medi ricevuti dai dipendenti della funzione pubblica e dei pensionati sono stati nel 2018 del 5,70 per cento.

Inoltre l’accordo ha apportato alcuni miglioramenti normativi sui permessi retribuiti in caso di morte di familiari e di riconoscimento di un elemento retributivo superiore (+ 8 per cento) per ruoli professionali di coordinamento di altri lavoratori.

Infine la vigenza del contratto collettivo si riduce da tre a due anni come richiesto dai sindacati.

[1] Un € euro corrisponde a 4,6 ₺ lire turche

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…di seguito i link per scaricare in pdf  gli articoli pubblicati dal quotidiano Conquiste del Lavoro sulla vertenza contrattuale dei metalmeccanici in Turchia:

2 febbraio 2018 – Turchia, per le tute blu aumenti record del 25%

23 gennaio 2018 – Turchia, 130 tute blu in sciopero dal 2 febbraio

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