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#8Marzo Giornata Internazionale della Donna

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E’ difficile parlare di donne l’8 Marzo senza cadere nella retorica

 

Ogni anno si celebra la Giornata Internazionale della Donna che spesso si traduce in una serata in cui si fa festa in ambienti frequentati da sole donne le protagoniste del giorno, e che tra mazzi di mimose, bicchieri di vino e discutibili spogliarelli si conclude dando alla giornata un significato molto lontano da quello reale.

Negli altri 364 giorni dell’anno a parità di ruolo, in media le donne guadagnano meno degli uomini e lavorano il doppio, nonostante modelli esemplari, ma ancora troppo pochi, di compagni che collaborano alla pari nella battaglia familiare quotidiana finalizzata alla conciliazione del lavoro, con la casa, i figli e gli anziani da gestire.

Anche fra i disoccupati la percentuale di donne è più alta di quella degli uomini e a ricoprire ruoli di potere continuano ad esserci più uomini che donne, nei consigli di amministrazione come in quasi tutte le altre cariche e purtroppo ogni anno i dati non cambiano.

Per questi motivi nel nostro impegno sindacale quotidiano riteniamo fondamentale dare un contributo concreto attraverso idee e proposte, rispetto alle discriminazioni di genere nei percorsi di carriera, alle molestie nei luoghi di lavoro e alla violenza contro le donne.

Discriminazione che colpisce maggiormente le donne ma di cui gli uomini non sono esentati, motivo per cui le molestie nascono anche da una idea di gestione del potere culturalmente molto arretrata.

La nostra idea di partecipazione diretta dei lavoratori tende a rendere gli stessi, protagonisti dei processi produttivi ed organizzativi, riconoscendo loro il ruolo di persone portatrici di valori e di sapere. Questo modello non solo mette la dignità al centro ma affievolisce una idea malsana di potere.

E ancora, sempre negli altri 364 giorni dell’anno, la percentuale di donne che muore per mano di un uomo è più alta di quella che vede gli uomini vittime di omicidi per mano di una donna, e anche se accade di meno anche le donne uccidono. Ricerche criminologiche indicano che il numero di donne assassine è sottostimato in quanto le donne hanno maggiore tendenza a commissionare omicidi e ad uccidere in generale in maniera meno diretta.

Secondo il Rapporto sulla Criminalità, del Ministero dell’Interno sugli “Omicidi volontari”, le donne assassine uccidono nel 39% dei casi donne, e nel 61% dei casi uomini. Gli uomini assassini uccidono nel 31% dei casi donne, e nel 69% dei casi uomini.

Ma affinché non rimanga solo una discussione sterile su chi uccide di più, al di là dei numeri e delle statistiche il problema da affrontare deve essere la violenza in ogni sua forma, che deve andare oltre il genere, perché il tema centrale non siano gli uomini o le donne ma la persona, attraverso la cultura del rispetto delle differenze che devono essere un valore non oggetto di discriminazioni.

Se da una parte riteniamo che non basti un giorno all’anno per ricordarsi che le donne esistono, e che le donne debbano avere la forza di combattere ogni giorno, insieme agli uomini, per un mondo più giusto ed equo anche nei propri confronti, dall’altra pensiamo a quelle migliaia di donne che aspettano con ansia questa giornata per sentirsi alla pari degli uomini, perché potranno sentirsi libere di divertirsi senza essere giudicate, dentro e fuori dalle mura domestiche e perché è l’unica forse, in cui qualcuno, un amico, un collega, un fidanzato, un compagno di vita regalerà loro un fiore.

Buona festa della donna a tutte

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