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La lotta sindacale alla Jasic in Cina

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Nelle ultime settimane c’è stata una repressione senza precedenti a Shenzhen, in Cina. Più di 70 lavoratori, studenti e attivisti di ONG sindacali sono stati detenuti, alcuni detenuti in custodia di polizia e alcuni semplicemente detenuti da autorità sconosciute in luoghi sconosciuti. La ragione che ha scatenato questa repressione è la richiesta da parte dei lavoratori della Jasic Technology Factory di formare un sindacato in azienda, e la successiva solidarietà dimostrata da studenti e attivisti sindacali quando i lavoratori sono stati licenziati.

Cronologia degli eventi

• a Maggio 2018, i lavoratori dello stabilimento Jasic Technology di Shenzhen presentano una petizione all’ufficio del lavoro locale, riferendosi a violazioni della legge sul lavoro e abusi dei dirigenti aziendali. Ai lavoratori è stato detto che potevano formare un sindacato, e il 7 giugno i lavoratori hanno presentato la domanda, con le firme di 89 lavoratori Jasic.
• il 20 luglio sono stati licenziati diversi lavoratori che erano attivi nella formazione del sindacato. Poco dopo, le proteste iniziano a essere organizzate dagli operai Jasic licenziati, dai loro amici e parenti, oltre che da gruppi di studenti che solidarizzano con gli operai licenziati. La rivendicazione è il diritto di costituire un sindacato democratico sul posto di lavoro.
• il 27 luglio, 29 persone, tra cui i lavoratori licenziati, i loro familiari, studenti e lavoratori solidali di altre fabbriche, sono arrestati. Gli arresti causano un’ondata di azioni di sostegno e proteste.
• il 24 agosto, alle 5 del mattino a Shenzhen, circa 50 studenti e almeno 5 lavoratori sono portati via in un violento raid della polizia, che fa irruzione in un appartamento nel quale sono riuniti gli attivisti.
• dal 4 settembre, quattro lavoratori Jasic sono accusati ufficialmente di violazione dell’ordine pubblico. Altri undici lavoratori e studenti che sostenevano la lotta sono fermati per essere rinchiusi sotto sorveglianza e imprigionati o scompaiono.

Cosa possiamo fare?

L’esperienza passata dimostra, in questi casi, che l’attenzione internazionale aiuta ad attenuare il duro trattamento riservato dalle autorità cinesi nei confronti di lavoratori, studenti e attivisti per i diritti sindacali. Sono pertanto utili, azioni di solidarietà e lettere di protesta da parte di sindacati di altri paesi, nonché interventi e prese di posizione nella Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO), dove sono presenti anche rappresentanti del Governo e della Confederazione sindacale cinese (ACFTU).

In allegato, le lettere in formato .pdf inviate dalla FIM-CISL sia al premier cinese, sia al presidente della ACFTU

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Fim-Cisl letter to China premier on Jasic struggle

Fim-Cisl letter to ACFTU on Jasic struggle