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Impiegati 4.0: Bentivogli; contratti ibridi, partecipazione e competenze, 3 pilastri della contrattazione 4.0

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Comunicato Stampa 

Dichiarazione del Generale Fim Cisl Marco Bentivogli 

Presentata ricerca Fim-AQCFSR

Impiegati 4.0:   contratti ibridi, partecipazione e competenze

3 pilastri della contrattazione 4.0

 

Si è da poco conclusa la presentazione della Ricerca Fim e AQCF dal titolo: “Impiegati e quadri verso il lavoro 4.0” presso l’Università Bicocca di Milano, l’evento organizzato dalla Fim Cisl Nazionale, dall’ AQCFR (l’Associazione quadri del gruppo FCA) e dal Centro studi “Lavoro e Società”.

L’occasione, la presentazione dei risultati di una ricerca compiuta su lavoratori, impiegati, Quadri e alte professionalità di diverse aziende metalmeccaniche sul lavoro 4.0.

Dieci le aziende coinvolte: FCA, CNHI, Dedalus, Denso, Leonardo, Baker Higes, Fedral Mogul Powertrain, Sadi , Skf, Urmet, Vishay per un totale di  1416 lavoratori di cui il 65,7% impiegati e il 33,3% quadri.

Nella ricerca sono emersi molti aspetti importanti su come sta cambiando il lavoro e l’ingaggio cognitivo attraverso le nuove tecnologie. Da anni non si svolgevano inchieste o ricerche “white collars” italiani e dalla ricerca si evidenzia come la categoria “impiegato” sia molto vasta e contenga professionalità molto diverse. In generale emerge una fabbrica più avanzata del lavoro che vi si svolge e una lentezza di adattamento di norme, sistemi di inquadramento e culture. I giudizi migliori su partecipazione e lavoro arrivano dagli impiegati collegati alla produzione, è evidente che è lo spaccato della fabbrica più dentro il gorgo del cambiamento. L’aumento della responsabilità a cui non corrisponde un incremento di autonomia è una di queste distonie. Il fatto che ben il 66% non vive o vive parzialmente la dimensione realizzativa del lavoro è una grande sconfitta e al contempo una tematica su cui concentrare le nostre strategie in un paese in cui, troppo spesso, chi ha un lavoro, a qualsiasi età, fa il conto alla rovescia con la pensione.

L’88% sente una sorta di “sicurezza orgoglio aziendale” come motivo per tenersi stretto quel lavoro ma al contempo sostiene che non è ripagato professionalmente per questo sentimento identitario.

Per i lavoratori amministrativi sono stati i software gestionali a cambiare il lavoro. In particolare  il SAP,  che per  l’82,50% dei lavoratori intervistati è stata la novità degli ultimi anni. Mentre Smartwatch, Tablet e Smartphone insieme a software specialistici sono tra le tecnologie entrate a far parte del lavoro quotidiano di impiegati e commerciali, ma anche e soprattutto di tecnici di produzione – rispettivamente per il 63% tra gli impiegati e il 59,70 tra i tecnici di produzione.  Mentre tecnologie come l’IOT (il 30%) e la comunicazione social (50% circa)  sono entrate a far parte anche del lavoro dei tecnici di produzione.

Ancora limitato l’impatto dell’AI ( Intelligenza artificiale), della Realtà aumentata e dei sistemi di calcolo con simulazioni virtuali, che interessano circa il 10% dei lavoratori intervistati.

Lo studio ha messo in evidenza, come oltre la metà (il 56%)di lavoratori, chieda un riconoscimento adeguato e misurabile della loro professionalità attraverso un sistema di valutazione che aumenti la meritocrazia e le opportunità di crescita; insieme ad un percorso formativo che li aiuti a imparare cose nuove.

Mentre, una maggiore flessibilità nella gestione del tempo “work life balance” che aiuti a migliorare la qualità della vita, ma anche della produttività, è richiesta in particolare dai tecnici di produzione (il 56% degli intervistati). Tiepida invece la risposta di oltre la metà dei lavoratori intervistati sull’attaccamento all’azienda, mentre per quanto riguarda il sindacato, solo il 32.7% di impiegati e quadri è iscritta, ma il 53% si rivolge a loro per trovare una soluzione dei problemi.

Un sindacato che rinuncia alla vocazione realizzativa nel lavoro delle persone e parla solo di pensioni è sconfitto in partenza come Fim-Cisl  a anni facciamo ricerche e studi tra i lavoratori e sul lavoro.  Quelle che una volta si chiamavano inchieste operaie.  Lo studio presentato oggi su impiegati e quadri mostra  come il percorso impostato con il contratto nazionale abbia rappresentato un primo importante tassello rispetto alla rappresentanza di un lavoro che sta cambiando: formazione, welfare, smart-working, inquadramento, professionalità, sono temi che emergono chiaramente nelle richiesta di impiegati e quadri.  Abbiamo ancora un inquadramento professionale fermo al 1973, è assurdo,  dopo oltre 40 anni, con il lavoro e le professionalità profondamente cambiate, serve più coraggio e cogliere le opportunità che contratti come quelli di  FCA, CNHI, Leonardo hanno messo in campo con il contratto e  gli accordi integrativi.  Serve collegare e rendere attiva la partecipazione, come abbiamo fatto in Manfrotto, con la formazione. Entrambe sono fondamentali per futuro di aziende e lavoratori.  Lo studio ci dimostra inoltre come il sindacato tradizionale è sempre più inutile, la semplice rivendicazione non intercetta né mette insieme le persone, anche nelle mansioni più manuali serve mettere in campo un sindacato innovativo capace di trovare soluzioni che tengano insieme la protesta con la proposta attraverso nuovi strumenti di rappresentanza come gli smart contract e le nuove tecnologie ma soprattutto serve un sindacato che presidi, certifichi e garantisca il reskill dei lavoratori in qualità e quantità. La nostra sfida è passare dalla Job protection allo skills development, come asse strategico del sindacato futuro.

Bentivogli infine ha rilanciato l’idea di “Contratto ibrido”, un contratto per ciascun lavoratore che ha una parte collettiva, solidaristica del suo rapporto di lavoro e una quota che ricomprenda aspetti del lavoro che ultimamente riguardano solo la contrattazione individuale in cui spesso il lavoratore è solo e con lo stesso scarso potere contrattuale di un lavoratore autonomo ma senza averne i vantaggi. 

Roma, 1 ottobre  2018

Ufficio Stampa Fim Cisl

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