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“Senza pene certe irregolarità e truffe restano impunite” – La Stampa, 03 dicembre 2018

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“Senza pene certe irregolarità e truffe restano impunite”

Intervista a Marco Bentivogli, La Stampa,  03 dicembre 2018

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Il fenomeno è nuovo anche per i sindacalisti. Perché i lavoratori svenduti da una società all’altra sono quasi sempre quelli più indifesi. Quelli che lavorano in una piccola ditta, dove non ci sono rappresentanti sindacali e dove i manager non gradiscono chi va in giro con la tessera. Il grande raggiro delle coop che rilevano i dipendenti di altre aziende è di certo la più nuova tra le tante forme di lavoro irregolare. Frutto – sostiene Marco Bentivogli della segreteria nazionale della Cisl – dell’eccesiva ideologizzazione sul tema del lavoro. Troppe discussioni e pochi provvedimenti concreti a vantaggio del sistema””.

Come si spiega il dilagare di questo nuovo fenomeno?

“E’ l’effetto del continuo disinvestimento sulle politiche reali del lavoro. L’ultimo esempio è quello del “decreto dignità”, che solo apparentemente è in grado di moltiplicare le offerte di lavoro o di combattere il precariato. La verità è che questi provvedimenti non fanno altro che spingere verso il lavoro nero. Tra l’altro, uno dei grandi problemi del nostro sistema è che i lavoratori, quelli che subiscono le ingiustizie, non hanno mai certezza del diritto ma la certezza del contenzioso”.

Voi dite da tempo che i controlli sono insufficienti, ma questo fenomeno si sta scoprendo proprio grazie alle ispezioni. Cosa bisognerebbe fare di più?

“Anche stavolta il governo ha deciso di occuparsi delle politiche del lavoro senza potenziare l’aspetto della vigilanza. Gli ispettori sono pochi, gli uffici non possono permettersi di tenere sotto controllo un ambito in cui le forme di illegalità si moltiplicano a dismisura. Chi continua con il lavoro nero o chi si inventa altri stratagemmi riesce quasi sempre a farla franca. Finchè non ci sarà la certezza delle pene per chi viola le regole, queste forme di irregolarità si moltiplicheranno ancora. E per questo dico che la principale riforma del lavoro sarà quella del sistema giudiziario”.

Ora dilagano i cosiddetti “contratti ibridi” che sono un modo per raggirare le norme. Come si contrastano?

“Magari attraverso i registri digitali, con lo scambio di dati tra gli enti previdenziali e le autorità ispettive. Invece anche ultimamente si sta puntando su un’inutile riforma dei centri per l’impiego. Cosa potranno fare per far crescere l’occupazione se non avranno offerte da sottoporre a quelli che sono rimasti senza rinnovo per effetto del decreto dignità? La soluzione saranno ancora questi contratti ibridi, che spesso sono semplicemente una forma di lavoro nero”.