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di Gianni Alioti

Nel XXI secolo si intensifica l’attività internazionale della Fim a livello di imprese e di settori. Con l’accelerarsi della globalizzazione economica e dei processi di ri-localizzazione delle produzioni, si diffonde il lavoro sui Cae (Comitati Aziendali Europei) e l’azione coordinata per la creazione di Reti Sindacali Globali nelle imprese transnazionali (Skf, Alcoa, Caterpillar, Tenaris, Fiat-Chrysler ecc.). Nel 2001 e’ firmato, con l’allora Merloni Elettrodomestici (poi Indesit Company, ora Whirlpool Emea) il primo Accordo Quadro Internazionale al mondo in un’impresa metalmeccanica. Sui Cae numerosi sono i progetti europei di formazione realizzati con il co-finanziamento della Ce (seminari e workshop con partecipazione di rappresentanti dei lavoratori di altri paesi) promossi, a partire dal 2003, in partnership con l’istituto Sindnova e, negli ultimi anni, coinvolgendo anche altre federazioni sindacali della Cisl: Fai, Filca e Flaei. Al contempo, nell’ambito della Fism e della Fem fino al 2012 e, in seguito, di IndustriALL Global Union e IndustriAll Europe, crescono le iniziative d’incontro e coordinamento europeo e mondiale in diversi settori: aerospazio e difesa, automotive, cantieristica navale, elettronica e informatica, equipaggiamenti ferroviari, macchinari agricoli, siderurgia ecc.

L’obiettivo di questo nuovo attivismo e’ – per la Fim – incorporare sempre più la dimensione europea e internazionale, nel lavoro sindacale quotidiano e di prossimità con le fabbriche e le specificità settoriali. Dando, in questo modo, un senso compiuto (bi-direzionale e pro-attivo) all’adesione e partecipazione agli organismi di direzione del sindacalismo europeo e internazionale (comitati esecutivi, comitati di politica aziendale, contrattuale e industriale). E’ quanto avviene, ad esempio, con il processo di fusione in Europa e nel mondo – tra la primavera e l’estate del 2012 – delle tre federazioni dei metalmeccanici, chimici-energia, tessili-abbigliamento. Processo sostenuto – sin dall’inizio – con convinzione dalla Fim, consapevole che ci fosse bisogno di un sindacato forte dell’industria, che sapesse parlare con una voce sola. Per poi scoprire che quanto fatto sul piano internazionale avesse senso anche in Italia, unendo Fim e Femca. Facendo prevalere sull’esigenze di aggiustamento organizzativo la capacita’ di rinnovarsi.

Alle attività multilaterali si accompagna anche un lavoro di interscambio a livello bilaterale (a geometria variabile) con altri sindacati. Specie con il tedesco IG Metall, con il quale si sviluppano dal 2003 ad oggi molteplici iniziative sia come Fim tra i giovani, tra regioni (Lombardia e Baden Wurttemberg), tra territori (Torino e Stoccarda), sia come Fim, Fiom, Uilm a livello di segreterie nazionali e uffici internazionali. Proseguono inoltre le storiche relazioni bilaterali con altri sindacati metalmeccanici, tra i quali: il francese Fgmm-Cfdt (anche se a fasi alterne); il polacco Nszz-Solidarnosc (con il quale nel settembre 2011 si firma un’alleanza strategica per un lavoro congiunto in diverse imprese transnazionali di comune interesse); il brasiliano Cnm-Cut (con cui continuano iniziative di cooperazione e nell’ottobre 2003, al Centro studi Cisl di Firenze, si celebra un seminario comune nel 20° anniversario della nascita della Cut brasiliana); gli spagnoli della Ugt e delle Comisiones Obreras ecc. …E se ne avviano altre con i sindacati metalmeccanici di: Romania (Metarom-CartelAlfa), Portogallo (Sima); Mozambico (Sintime), Colombia (Sintrametal e Sintratucar); Ungheria (Vasas); Croazia (Smh-Is); Serbia (Ie-Nezavisnost), Turchia (Birlesik-Metal), Kossovo (Spmk), Giappone (Imf-Jc) ecc…. Inoltre, diventano sempre più densi i rapporti sindacali e il lavoro congiunto con alcuni sindacati nordamericani: gli steelworkers di Canada e Usa, los mineros del Messico, il sindacato Unifor di Canada e il sindacato Uaw di Usa, specie con l’acquisizione di Chrysler da parte di Fiat e la nascita di Fca e Cnhi.

Anche nel nuovo secolo la Fim continua la sua storica azione di solidarietà e cooperazione internazionale insieme all’istituto della Cisl: Iscos. Con la Cnm-Cut brasiliana, tra il 2001 e il 2005 si realizza a Belem il progetto “Criança 2000”, per combattere la piaga del lavoro minorile e favorire l’accesso all’istruzione dei minori. Con il Sintime in Mozambico (e la partnership di Cnm-Cut e Fism) si sviluppa, tra il 2006 e il 2010, il progetto “Fim for Africa”, per combattere il contagio del virus HIV con azioni di sensibilizzazione e prevenzione nei luoghi di lavoro. Insieme a questi due grandi progetti, completamente autofinanziati dall’insieme delle strutture Fim su scala nazionale (per un valore intorno ai 100 mila euro), si realizzano anche numerosi micro-progetti mirati, il cui auto-finanziamento (da 5 a 20 mila euro) e’assicurato da singole strutture Fim o direttamente da Iscos. I principali in ordine cronologico sono:
il progetto di solidarietà e interscambio con il sindacato metalmeccanico serbo Gsm-Nezavisnost, sostenuto finanziariamente dalla Fim di Lecco (2003-2005);
il progetto “Comunidade Ativa” ad Abaetetuba in Brasile (2005-2006) finalizzato alla lotta contro il lavoro minorile, sostenuto finanziariamente dalla Fim di Brescia;
il progetto per un laboratorio artigianale di tessuti in Perù a sostegno della Central Nacional de la Mujer Minera, autofinanziato da Fim di Brescia e apparato nazionale Fim (2009-2011);
il progetto “Costruire lavoro dignitoso e contrattazione collettiva nelle imprese italiane in Cina” (2009-2011), finanziato da Iscos con un contributo di Fim Bologna e Fim nazionale;
il progetto “Assessoria Jurídica para a comunidade de Açailândia-Piquiá” nel Pará (Brasile) con i padri Comboniani (2010-2011), a sostegno della campagna sui “Binari della Giustizia”, insieme a Cut Brasile e Usw Canada, finanziato da Fim nazionale;
la partecipazione della Fim nazionale al progetto coordinato da Cisl e Iscos “Adotta un sindacalista clandestino in Birmania” (2011-2013);
il progetto di sostegno al sindacato indiano “Alang Sosiya Ship Recycling & General Workers Association” (2011-2012) che organizza i lavoratori dei cantieri di demolizione navale ad Alang nel quadro di iniziative di solidarietà coordinate da IndustriALL, finanziato con il 5×1000 dell’Iscos Puglia e alcuni apporti di Fim nazionale;
il progetto “VidaViva” (2013-2015) in Colombia, con l’obiettivo di costruire una rete di sindacalisti e formatori esperti sui temi della salute e sicurezza sul lavoro (sostegno Fim Bergamo, Fim Venezia, apparato Fim nazionale in partnership con steelworkers (Usw) canadesi e Cnm-Cut brasiliana e con il supporto organizzativo di IndustriALL);
seconda fase del progetto “Costruire lavoro dignitoso e contrattazione collettiva nelle imprese italiane in Cina” (2014-2015), finanziato da Iscos.

Verso un processo di globalizzazione guidato dalle Corporation e da politiche neo-liberiste la Fim partecipa sia alle mobilitazioni contro il vertice del G8 a Genova, sia a tutte l’edizioni itineranti del Forum Sociale Mondiale, dal primo incontro di Porto Alegre (Brasile) nel 2001 a quello del 2014 a Tunisi. Nel 2004 prende parte alla “Carovana internazionale per la vita dei lavoratori colombiani”, promossa dal sindacato Sinaltrainal, per protestare contro l’uccisione di sindacalisti in Colombia, in particolare negli stabilimenti Nestlé e Coca Cola. Insieme al Comitato Carlos Fonseca e ai Cobas organizza in Italia il boicottaggio della popolare “bibita”, costringendo tutti a una riflessione sulle forme nonviolente di azione diretta finalizzate al contrasto delle violazioni, da parte delle multinazionali, di fondamentali diritti umani e sindacali. Con la stessa tensione etica verso la giustizia sociale e ambientale la Fim, dal 2005 al 2013, prende parte a tutte le edizioni di Terra Futura a Firenze. Sul tema delle de-localizzazioni nel quadro dell’economia globalizzata il Consiglio Generale Fim ne discute a Mestre nel 2005 con rappresentanti sindacali di Cnm-Cut Brasile, Ig Metall Germania, Metarom Romania, Nszz-Solidarnosc Polonia. L’anno successivo a Firenze seminario pubblico del Cg Fim con Susan George e Mario Sepi su “In un’economia globale di mercato i lavoratori hanno bisogno di un sindacato globale”… E in occasione del 18˚ congresso Fim nel 2013 a Lecce conferenza internazionale su “Nuove sfide e futuro del sindacalismo globale”, con interventi di Gianni Alioti (Fim-Cisl Italia), Paulo Cayres (Cnm-Cut Brasile), Han Dongfang (China Labour), Angélica Jimenez-Romo (IG Metall Germania), Bob King (Uaw Stati Uniti), coordinati dal giornalista Teodoro Chiarelli (La Stampa).

Infine, in rete con altri sindacati, movimenti, associazioni e Ong, la Fim in tutti questi anni e’ attiva in diverse campagne e azioni internazionali, tra cui: Commercio internazionale equo, giusto e sostenibile; No dumping; Stop Bolkestein; Lavoro Minorile; Contratto mondiale dell’acqua; l’Africa non e’ in vendita; “No poverty No aids”; Solidarietà con i contadini di Singur nel West Bengala (India) contro la Tata Motors; Abiti Puliti (Clean Clothes); Azioni per il Clima e contro l’emissione di gas serra; contro la Deforestazione; contro l’Energia nucleare e a sostegno delle Energie rinnovabili; per la Tracciabilità dei minerali; per il Disarmo nucleare; per un Trattato internazionale sul commercio di armi; Sui binari della giustizia; ZeroZeroCinque per la tassazione sulle transazioni finanziarie; contro il Ttip tra Usa e Ue ecc.