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FCA; Ecobonus, i conti della Fim: a rischio 100 mila posti – Corriere della Sera 16 gennaio 2019

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Ecobonus, i conti della Fim: a rischio 100 mila posti

Favorite 28 vetture estere. Penalizzati invece 14 modelli di Fca tra cui 500X e Renegade

di Michelangelo Borrillo – Corriere della Sera 16 gennaio 2019

“L’ecotassa è un provvedimento sciagurato che rischia di distruggere l’industria italiana dell’auto e migliaia di posti di lavoro”. L’allarme di Marco Bentivogli, segretario generale della Fim Cisl è arrivato lunedì scorso subito dopo le dichiarazioni del ceo di Fca, Mike Manley, per il quale con uno scenario cambiato andrà rivisto anche il piano di investimenti da 5 miliardi di euro di Fiat Chrysler Automobiles annunciato lo scorso 30 novembre. Per il segretario della Fim Cisl, “il governo deve capire che la transizione verso l’elettrico è da gestire in maniera graduale investendo nell’ecosistema, infrastrutture per garantire occupazione e una mobilità sostenibile per la salute e l’ambiente”.

Invece per Bentivogli l’ecotassa – che partirà dal prossimo 1° marzo – “così come è stata scritta è un suicidio di Stato dell’industria automobilistica italiana”. La Fim Cisl ieri, ha messo nero su bianco una lista di modelli che verranno favoriti dall’ecotassa e una, parallela, di quelli che risulteranno penalizzati. Della prima fanno parte 17 modelli elettrici e 11 modelli ibridi. Tutti di fabbricazione estera. Tra le auto elettriche, due modelli per Citroen, Hyundai, Nissan, Peugeot, Volkswagen, più le Smart Eq for-two e for-four; e uno ciascuno per Bmw, Kia, Mitsubishi, Renault e Tesla. Tra le auto ibride, invece, secondo la Fim verranno favoriti tre modelli Kia, due modelli Bmw e Toyota, la Mini Countryman e un modello di Hyundai, Mercedes e Mitsubishi.

Al contrario, i modelli del gruppo Fca che saranno penalizzati dall’Ecotassa sono 14, tutti prodotti in Italia, da Cassino a Grugliasco, da Modena a Melfi passando per Mirafiori. Si tratta di nove modelli Maserati, una Renegate, una 500X (la 2000 diesel), una Giulietta, una Giulia e una Stelvio. Per questo, per la Fim Cisl, a fronte di un gruppo con oltre 80 mila dipendenti (considerando anche Cnhi) e un indotto di oltre 150 mila addetti, “il governo mette a rischio oltre 100 mila posti di lavoro in Italia”.

Per questo, secondo Bentivogli, “il governo deve immediatamente ritornare sui propri passi. In caso contrario la nostra risposta arriverà sotto palazzo Chigi con tutti i lavoratori di Fca, Cnhi e Ferrari”. Anche Confindustria ieri ha alzato la voce: “Quando il governo non si confronta con le parti – ha sottolineato il presidente Vincenzo Boccia – escono fuori delle leggi che prescindono da chi investe nel Paese. Queste cose non si fanno con una legge in una notte e mettendo a rischio gli investimenti”. “Ci mancava solo la stranezza del bonus malus – gli ha fatto eco il presidente dell’Unione Industriale di Torino, Dario Gallina – per un settore che in Italia rappresenta una grossa parte del Pil”.

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