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BENTIVOGLI: “io penso alle mie coerenze, un sindacalista che vuole solo applausi cambi mestiere” Libero Quotidiano

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Libero Quotidiano

Il leader della Fim e l’intesa su Whirlpool

“Noi firmiamo gli accordi, in tv ci va Landini”

di Tobia De Stefano

26 luglio 2015

Matteo e Maurizio tornano amici. Sorrisi, ammiccanti, buffetti sulle spalle. Il Renzi show sta nelle cose, ma vedere Landini in ghingheri con una scintillante cravatta rossa è una notizia. Certo, c’è da prendersi la scena. Accordo sulla Whirlpool. Stabilimenti che dovevano chiudere e invece non chiudono. Insomma consenso facile. Nella stessa stanza i più attenti notavano anche altre figure che hanno lavorato alacremente per il buon esito della vertenza. Il ministro Guidi e il sottosegretario al Lavoro Bellanova. I leader dei metalmeccanici di Cisl, Uil e Ugl: Marco Bentivogli, Rocco Palombella, e Antonio Spera. Finite, per forza di cose, in secondo piano.

Segretario Bentivogli, ci è rimasto male?

“Ma no. A Carinaro abbiamo come Fim la maggioranza assoluta in fabbrica, questo conta. Le cose, come spesso accade, sono state amplificate. Quello della cravatta e della battuta su Landini che non voleva sedersi a Palazzo Chigi è stato solo uno sketch. E alla fine mi sembra che Maurizio fosse anche imbarazzato…”.

Sta di fatto che Landini si è preso tutta la scena…

“L’informazione in Italia è estranea ai fatti ma crea e consuma personaggi, per questo più che la vertenza passa il colore e il gossip. Così al momento della firma lui è riapparso. E’ accaduto in tutte le vertenze. Da quando è segretario la Fiom ha perso 28.000 iscritti e noi siamo cresciuti nonostante i talk”.

Cosa vuol dire? E’ vero, per esempio che l’assemblea più accesa, quella di Carinaro (lo stabilimento Whirlpool di Caserta) Landini non c’era?

“Si. Ma io guardo alla mia di coerenza. In tempi di crisi un sindacalista che vuole solo applausi o racconta balle o è uno che vuol farsi una doccia senza bagnarsi”.

E a Carinaro come è andata a finire?

“Che l’assemblea iniziata tra fischi, insulti e risse sfiorate è terminata tra gli applausi dopo il mio intervento, non ho usato parole magiche, ho detto la verità”.

A noi risulta che sia successa la stessa cosa anche in altre vertenze. Le cito le acciaierie Ast di Terni e l’Electrolux.

“Si, è andata così, ma per i media contano le boiate e non i fatti”.

E’ vero che nella notte più dura della vertenza sulla Ast Landini era a Ballarò e la mattina dopo anziché andare alle assemblee era a Coffee Break?

“Assolutamente sì. Sulla Electrolux lui aveva teorizzato la riduzione del salario, ma alla fine passò la linea degli investimenti e della decontribuzione dei contratti di solidarietà. Scomparì per tutta la vertenza salvo rifarsi vivo a Palazzo Chigi, sempre con Renzi, al momento della firma”.

Un’abitudine.

“Landini ha molte similitudini con i personaggi della politica che si vantano per meriti che non gli appartengono. Non gli riesce solo in Fiat dove ha costruito la sua notorietà come profeta della sventura di tutta l’automobile italiana. Fosse stato per lui oggi in Italia non si produrrebbe più un auto, può mangiarsi le mani un sindacalista per investimenti, posti e aumenti salariali come in Fca?”.

E state incrociando i guantoni anche sul rinnovo del contratto dei metalmeccanici..

“Dopo sette mesi di discussione con noi e con la Uil l’11 luglio la Fiom ha presentato una sua piattaforma”.

Possibilità di una sintesi?

“Oggi quella della Fiom è una vocazione completamente politica e questo la allontana da qualsiasi possibilità di trovare convergenze con gli altri sindacati. In questo periodo sono più attenti a seguire a Varoufakis e Civati che a dare attenzione agli operai”.

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