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INFORMA CONTRATTO N°19 – FEDERMECCANICA CAMBIA LA PROPOSTA, ORA GLI AUMENTI VANNO A TUTTI.

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FEDERMECCANICA CAMBIA LA PROPOSTA, ORA GLI AUMENTI VANNO A TUTTI.

FIM-CISL: NON ANCORA SUFFICIENTI LE APERTURE, SERVONO ULTERIORI PASSI.

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Dopo 9 mesi di trattativa, 20 ore di sciopero e il blocco del lavoro straordinario, si è riaperto oggi il tavolo negoziale,  Federmeccanica ha cambiato la propria posizione accogliendo le nostre richieste sindacali, che rivendicavano che gli aumenti salariali dovevano essere erogati a tutti i lavoratori.

Alla riapertura della trattativa, infatti, Federmeccanica ha messo da parte la  proposta iniziale di “rinnovamento contrattuale” legata al salario di garanzia, che destinava gli aumenti salariali solo al 5% dei metalmeccanici, attraverso un’operazione di assorbimento degli elementi retributivi della contrattazione aziendale.

 

Il presidente di Federmeccanica Storchi, prima di illustrare la nuova proposta, ha ribadito che “nel triennio 2012-2015, il passato contratto dei metalmeccanici ha erogato 73 euro mese in più rispetto ai tassi d’inflazione effettivi, e che questi aumenti basterebbero per non erogare salario per i prossimi tre anni”.  Pertanto per Federmeccanica la proposta presentata oggi va considerata aggiuntiva a quello che dovrebbe spettare ai lavoratori metalmeccanici sulla base delle regole.

Nel dettaglio la nuova proposta di Federmeccanica è così suddivisa:

Salario

Gli aumenti salariali verranno riconosciuti a tutti i lavoratori, con riferimento all’inflazione consuntivata in base all’Indice IPCA al netto degli energetici importati. Le erogazioni saranno date a partire dalla paga di giugno dell’anno successivo con le seguenti modalità:

  • 2016 senza incrementi;
  • 2017 riconoscimento del 100% dell’ inflazione consuntiva relativa al 2016;
  • 2018 riconoscimento del 75% dell’inflazione consuntivata relativa al 2017;
  • 2019 riconoscimento del 50% dell’inflazione consuntivata relativa al 2018;

Verrebbe modificata la base di calcolo su cui applicare la percentuale di recupero inflattivo. In particolare per Federmeccanica deve essere utilizzato il salario minimo e non il salario medio convenzionale utilizzato nei passati rinnovi contrattuali.

Con i dati attuali di inflazione (2016 pari a 0,5%, 2017 pari a 1%, 2018 pari a 1,2%) la proposta di Federmeccanica non va oltre le 35 euro medie in quattro anni sul 5° livello.

Verrebbe confermata l’erogazione dell’attuale elemento retributivo perequativo di 485 euro annui per i lavoratori senza contrattazione aziendale e con i solo i minimi salariali.

I premi di risultato.

I premi di risultato dovranno essere esclusivamente variabili e gli adeguamenti dei minimi contrattuali assorbiranno, a partire dal 2017, le parti fisse della retribuzione (retribuzione individuale, gli scatti, ecc.)

Welfare aziendale “Flexible Benefits”

Verranno riconosciuti a tutti i lavoratori dei benefits detassati (come ad esempio il carrello della spesa, buoni benzina, spese scolastiche, trasporto e altri servizi) per un costo massimo di 100 € annui nel 2017, 150 € nel 2018, 200 € nel 2019.

Assistenza Sanitaria Integrativa

Garanzia copertura per il 100% dei lavoratori e per i loro familiari, con un costo annuo tutto a carico delle imprese pari a 156 euro annui. 

Previdenza complementare

Aumento del contributo a carico delle imprese da 1,6% al 2%.

Diritto alla Formazione per tutti

Riconoscimento di 24 ore di formazione individuale in un triennio (di cui 8 Par) e superamento della disciplina delle 150 ore, con contributo a carico dell’azienda di 300 euro nel periodo di vigenza contrattuale.

Le valutazioni della FIM-CISL

Accogliamo positivamente il cambiamento di posizione di Federmeccanica: dopo la grande mobilitazione dei lavoratori metalmeccanici di questi mesi, hanno recepito la nostra richiesta di dare gli aumenti salariali a tutti i metalmeccanici, nessuno escluso. Nello stesso tempo riteniamo che la proposta presentata oggi da Federmeccanica non sia ancora sufficiente per concludere il negoziato.

Per noi il contratto nazionale deve recuperare il potere d’acquisto dei salari e l’inflazione va data tutta a tutti. Non si comprende perché Federmeccanica abbia formulato una proposta che eroga solo una parte d’inflazione.

Come, non si comprende, perché l’aumento debba essere erogato dopo 18 mesi, senza riconoscere alcun arretrato. Non è accettabile ridurre la base di calcolo su cui applicare gli aumenti salariali,  abbiamo sempre utilizzato il valore medio dei metalmeccanici e non i minimi e pertanto quello è il riferimento che la categoria deve utilizzare per dare gli aumenti.

La proposta sulla  “Flexible Benefits” è un passo avanti per sostenere il reddito delle famiglia dei lavoratori e lavoratrici metalmeccaniche.

Non convincono invece le risposte sulla contrattazione di secondo livello, in particolare la conferma dell’elemento  perequativo di 485 euro per chi non fa contrattazione e ha solo la paga minima: sarebbe meglio recuperare in questa direzione la proposta precedente dei 260 euro per chi non aveva la contrattazione aziendale, che era di stimolo alla diffusione e copertura dei contratti aziendali.

Sull’inquadramento professionale la posizione di Federmeccanica  è ancora troppo timida, se il futuro è Industry4.0 non possiamo avere ancora un sistema di inquadramento professionale fermo al 1973, bisogna lavorare per rafforzare la proposta attuando una vera e propria riforma contrattuale dell’inquadramento.

Le parti hanno quindi deciso di svolgere il confronto e il negoziato proseguirà  con l’incontro previsto il prossimo 12 ottobre.