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FCA produzione 3° trimestre 2018 in flessione 3,6% .Si parta con gli investimenti previsti dal piano industriale 2018-2022

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Comunicato Stampa

Dichiarazione del Segretario Nazionale Fim Cisl Ferdinando Uliano

FIM-CISL: FCA produzione 3° trimestre 2018 in flessione 3,6%

Si parta con gli investimenti previsti dal piano industriale 2018-2022

 

I dati della produzione del terzo trimestre del 2018 degli stabilimenti finali di FCA segnalano una riduzione del 3,6% rispetto al 2017, con un ulteriore peggioramento rispetto al -2,5% rilevato nel 1 semestre. Il 2018 sta segnando una flessione nella produzione, dopo 5 anni di continua crescita. Il 2017 aveva rappresentato il dato in termini di volumi migliore dal periodo pre-crisi del 2013 con un + 76%.

L’effetto del rallentamento dei volumi riscontrato negli ultimi tre trimestri del 2018 – sottolinea Ferdinando Uliano segretario nazionale della FIM-CISL – conferma quella flessione che si è riscontrato nei dati di vendita nel nostro paese, ma nello stesso tempo evidenzia l’urgenza di lanciare nuovi prodotti negli stabilimenti italiani.

Il gruppo FCA ha atteso mesi prima del piano industriale poi presentato il 1 di giugno a Balocco, ora individuati i prodotti e le linee strategiche – ribadisce Ferdinando Uliano – è il tempo di accelerare i tempi lanciando le produzioni, le nuove motorizzazioni e gli investimenti sulla guida autonoma.

Alcune produzioni continuano comunque a segnare una crescita anche rispetto al 2017, in particolare segnano una crescita le produzioni di FIAT Professional nello stabilimento di  Sevel, e le produzioni dei due suv di Melfi, Renegade e 500x. In tutti gli altri stabilimenti il dato della produzione è in riduzione rispetto ad un 2017, che certamente ha rappresentato l’anno con il maggior numero di volumi degli ultimi 5 anni. Nel corso del terzo trimestre 2018 si sono fermate le produzioni di Fiat Punto e Alfa Romeo MiTo, che in termini di volumi avranno il loro impatto maggiore nell’ultimo trimestre 2018.

La situazione produttiva del Polo di Torino continua la sua fase di rallentamento già riscontrata a fine 2017, anzi nell’ultimo mese si fa sentire ancora di più un rallentamento delle produzioni Maserati.

L’effetto sull’occupazione come abbiamo già ribadito dalla Fim-Cisl più di un anno fa – evidenzia Ferdinando Uliano – non è andato nella direzione auspicata dal passato piano industriale, cioè l’azzeramento dell’uso degli ammortizzatori sociali negli stabilimenti italiani. La scelta di rallentare il completamento del piano, rinviando alcuni investimenti nel corso del 2017, il ritardo nel lancio di nuovi prodotti, ha avuto un impatto negativo sull’obiettivo della piena occupazione. Certamente non siamo nella situazione pre-piano industriale del 2014, dove l’uso di ammortizzatori sociali coinvolgevano oltre il 27% dei 66.200 dipendenti di FCA. Fino a qualche mese fa gli ammortizzatori pesavano poco più del 8% della forza lavoro, nell’ultimo periodo assistiamo ad un’inversione di tendenza con un aumento dell’uso di contratti di solidarietà e Cassa integrazione. La nostra stima è che abbia raggiunto una percentuale oltre l’11%.

Dal mese di luglio 2018 ci troviamo nella situazione di avere due modelli in meno, Fiat Punto e Alfa Romeo Mi.To, che non verranno più prodotti negli stabilimenti di Melfi e Mirafiori. Solo questo fermo delle produzioni ha determinato oltre 1.600 posizione lavorative a zero ore, che in termini di lavoratori coinvolti e un numero ben più ampio. L’effetto sui volumi 2018 sarà di una contrazione di circa 14.000 vetture in meno (considerando i dati di produzione dell’ultimo trimestre 2017).

Il piano industriale 2018-2022 destina agli stabilimenti italiani nei prossimi anni nove degli undici modelli previsti per l’area Europa (EMEA). Certamente una scelta importante per il nostro paese che da prospettiva al settore automobilistico e soprattutto – sottolinea Ferdinando Uliano –  dovrebbe contribuire in maniera importante e risolutiva agli aspetti di tenuta e crescita occupazionale.

L’aspetto più critico di quel piano è la definizione dei tempi di attuazione. Ad oggi non abbiamo comunicazioni a riguardo, per noi la questione dei tempi è un elemento decisivo per una valutazione positiva perché ad esso è legata la salvaguardia occupazionale. Per alcune realtà, Pomigliano e il Polo Torinese di Mirafiori e Grugliasco, non è più possibile attendere ulteriore tempo, gli ammortizzatori a disposizioni sono limitati.

In queste due realtà nei mesi scorsi abbiamo fatto due importanti accordi, che hanno costruito le condizioni per evitare ricadute occupazionali drammatiche, ossia i licenziamenti, assegnando un altro periodo di ammortizzatori sociali e creando le condizioni per accogliere i nuovi investimenti. Ora FCA nel mese di ottobre 2018 deve comunicarci la partenza degli investimenti – ribadisce Ferdinando Uliano – gli ammortizzatori non sono infiniti per questi stabilimenti, anzi hanno un preciso limite temporale, pertanto bisogna partire presto.

La drammatica uscita di Sergio Marchionne ha creato un comprensibile momento di assestamento nelle figure dirigenziali apicali del gruppo. Ora con l’attribuzione della responsabilità dell’area Emea a Pietro Gorlier, il nuovo AD Mike Manley deve incontrare le organizzazioni sindacali italiane e attuare in tempi brevi il piano, dando il via operativo ai nuovi prodotti e investimenti.

 

Il gruppo FCA è cresciuto in redditività e ha azzerato il debito industriale grazie al peso maggiore dei marchi premium negli stabilimenti italiani (passati dal 20% del 2012 al 64% del 2017) e questo ha consentito la piena realizzazione degli obiettivi finanziari. L’equilibrio finanziario è importante perché a questo è legato la capacità d’investire – ribadisce con forza Ferdinando Uliano – ma se questo non avviene si apre un problema tra noi e FCA.  Ora è indispensabile dare continuità alle scelte sindacali che abbiamo fatto come FIM-CISL. Abbiamo salvato stabilimenti e occupazione, ora è necessario che FCA utilizzi le risorse prodotte per completare gli investimenti e migliorare nella gamma di prodotti offerta, nelle tipologie delle nuove motorizzazioni ibride e elettriche e spingendo sulla nuova mobilità. Solo così si mette in sicurezza l’occupazione.

 

  • Polo Produttivo di Torino

Il polo produttivo di Torino con gli stabilimenti di Mirafiori e Grugliasco ha risentito a partire dalla fine del 2017 un rallentamento sui mercati che sta continuando a tutto il 2018, con conseguente riduzione della produzione complessiva.

Le produzioni delle tre Maserati nei primi 9 mesi dell’anno hanno raggiunto la quota di 27.231 vetture. Nel mese di luglio 2018 si è interrotta la produzione della Alfa Romeo MiTo raggiungendo quota 9.857 unità.

Le Maserati hanno subito una flessione che si è riscontrata già alla fine 2017 in modo particolare sul mercato cinese, per i cambiamenti delle norme relative alle esportazioni a stock, a cui è seguito un rallentamento anche su altri mercati. Questo ha determinato un uso maggiore di ferie per allungare la chiusura d’inizio anno e l’utilizzo poi di ulteriore giornate di CIGO e CDS per compensare ad una riduzione del -34% rispetto al 2017.

Nel mese di luglio è terminata la produzione della Alfa Romeo MiTo e si è provveduto al trasferimento nel Polo di Grugliasco di oltre 1.000 lavoratori che, accompagnati da un percorso di formazione e addestramento, ha consentito di evitare un impatto negativo sui livelli occupazionali. Con questi numeri in continua flessione su Maserati e con lo stop del modello MiTo ora è determinante la partenza del secondo modello su Mirafiori. Il piano industriale ha confermato il rafforzamento delle produzioni ora è indispensabile definire la tempistica per ridurre l’impatto degli ammortizzatori sociali, non è più accettabile un rinvio nella partenza del nuovo modello.

 

  • Maserati Modena

Con gli investimenti del 2016 lo stabilimento storico di Maserati ha potuto dare continuità alle sue nuove produzioni di Gran Turismo e Gran Cabrio, ma i dati produzioni del terzo trimestre, con 1.205 Maserati prodotte e 490 Alfa Romeo 4C, attestano un complessivo -36,5% rispetto ai dati 2017. Questo fa emergere la necessità di assegnare nuovi modelli allo stabilimento modenese. Nel corso del 2018 sono già stati effettuati oltre 76 giorni di Cassa Integrazione e con questi dati di produzione è inevitabile un aggravarsi della situazione nei prossimi giorni.

L’individuazione di modelli previsti nel piano industriale e destinati anche allo stabilimento di Modena darebbe prospettive importanti all’area produttiva modenese. Ora è importante comprenderne la tempistica di attuazione del piano d’investimenti per ridurre al minimo l’impatto degli ammortizzatori sociali.

 

  • FCA Cassino

Nel complesso il rallentamento riscontrato alla fine 2017 e i primi 6 mesi del 2018 è continuato anche nell’ultimo trimestre, si è ricorso anche qui all’uso di qualche giornata di ferie collettive e qualche ora di Cassa Integrazione ordinaria. Il 2017 ha rappresentato l’anno della crescita dei volumi Alfa Romeo trainati dalla salita produttiva di Giulia e Stelvio, spinta anche per aggredire nuovi mercati. Il 2018 si riscontra invece più come una fase di assestamento. Sono state prodotte circa 21.367 Alfa Romeo Giulia (-37,3% rispetto al 2017) e 31.444 Stelvio (- 24,1%). Il peso della percentuale dei Suv prodotti aumenta sempre di più rispetto alle berline, in perfetta coerenza con le tendenze di mercato.

Le produzioni di Giulietta con circa 25.131 vetture è di fatto agli stessi livelli del 2017. La scelta del piano industriale di prevedere un “allungamento delle piattaforme” Stelvio e Giulia per il mercato cinese è indispensabile che abbia corso in tempi brevi, per ottenere risultati importanti in quel mercato.

Il piano industriale presentato a Balocco rafforza ancor di più il progetto Alfa Romeo con la presenza di altre 4 vetture nuove e il completamento della Gamma e con una maggior presenza nei mercati, indispensabile per far crescere i volumi dello stabilimento di Cassino e poter poi recuperare quei lavoratori e quelle professionalità, che lo scorso ottobre 2017 hanno avuto l’interruzione del rinnovo del contratto di somministrazione.

  • FCA Melfi.

E’ l’unico degli stabilimenti FCA di autovetture che ha prodotto in questi nove mesi, più di quanto fatto nel 2017. In particolare i risultati positivi si riscontrano sui due suv, Fiat 500x e Jeep Renegade, che complessivamente hanno raggiunto la quota di 250.280 unità (+23 % rispetto al 2017).

La Fiat Punto arrivata a fine produzione ha raggiunto la quota di 28.055 vetture prodotte. Questo ha determinato la nostra richiesta di Contratto di Solidarietà, per ridurre l’orario di lavoro a tutti i lavoratori di Melfi, per tutelare meglio il salario e per mettere in sicurezza gli oltre 1.000 lavoratori che erano impiegati. Anche sulle produzioni di Renegade e 500x, dove in questi mesi hanno avuto ottimi risultati, abbiamo dei segnali di qualche rallentamento da qui alla fine dell’anno. La nostra priorità per lo stabilimento più grande d’Europa di FCA, è quella di ridurre l’impatto negativo del fermo di produzione della Punto ed interrompere l’uso di ammortizzatori, questo lo si realizza aggiungendo in tempi brevi alla sua produzione l’altra vettura Jeep prevista nel piano.

Il piano industriale riserva poi ai modelli di Melfi un intervento importante sulle motorizzazioni ibride già dal 2019, che darà ulteriori prospettive positive sui volumi. Le preoccupazioni più grandi le abbiamo dal rischio “dazi sovranisti”, che se attuati dall’amministrazione USA potrebbero impattare negativamente sulla produzione di Jeep Renegade destinata attualmente per circa il 50% al mercato nord americano.

  • Fca Pomigliano

Nel corso del 2018 la produzione della Fiat Panda ha risentito del calo dei volumi sul mercato italiano, questo ha determinato delle fermate produttive a inizio anno e un uso più consistente del CDS. Si sono prodotte nei nove mesi del 2018 circa 134.202 unità rispetto alle circa 160.212 del 2017 (-16,2%).

Dall’inizio della sua produzione nello stabilimento di Pomigliano d’Arco la produzione della Panda è sempre cresciuta, nel 2016 e nel 2017 si sono raggiunti i record produttivi superando la quota di 200.000 Fiat Panda. Nel 2012 gli accordi sindacali con il gruppo FCA hanno evitato la chiusura dello stabilimento campano e i conseguenti licenziamenti, ma i volumi non hanno mai consentito la piena occupazione dei 4.700 lavoratori.

Ora il piano industriale di FCA 2018-2022 deve concretizzarsi con i lavori di preparazione della linea produttiva per il nuovo modello premium, annunciato da Marchionne a febbraio 2017 e confermato il 1 giugno 2018, che è necessario per raggiungere finalmente la piena occupazione.  Recentemente abbiamo fatto un accordo sindacale di Cassa Integrazione per riorganizzazione che oltre alla copertura degli ammortizzatori fino al 2019, ha confermato la produzione Panda a Pomigliano, ha iniziato a definire il percorso di preparazione dello stabilimento al nuovo modello. Questo rappresenta un elemento di sicurezza per il mantenimento occupazionale. Nel mese di ottobre 2018 ci sarà la verifica in sede di Ministero del Lavoro e ci aspettiamo entro quella data l’esplicitazione di un cronoprogramma dell’attuazione concreta dell’investimento. 

  • Sevel – Atessa.

Lo stabilimento leader di Fiat Professional continua a macinare produzione. Nei nove mesi del 2018 ottiene un ulteriore incremento del 2,3%, da 218.500 del 2017 a 223.500 del 2018, puntando a migliorare ulteriormente il record produttivo del 2017 dei 292.000 furgoni. Grazie agli importanti investimenti fatti nello stabilimento abruzzese e al contributo dato dai lavoratori i volumi sono cresciuti negli ultimi 4 anni del 43%. Come FIM-CISL abbiamo portato l’azienda nei primi sei mesi dell’anno ad assumere 201 giovani a tempo indeterminato, se crescono le produzioni deve crescere e stabilizzarsi anche l’occupazione. Questo è quello che ci poniamo anche per i circa 265 somministrati a cui invece è stata prorogata la scadenza.

 

Il dato di produzione del 3° trimestre del 2018 – sottolinea Ferdinando Uliano – evidenzia per la prima volta dopo 5 anni di continua crescita nei volumi una prima flessione che investe gran parte degli stabilimenti. Solo due stabilimenti, Melfi e Sevel, evidenziano un valore in crescita nei volumi rispetto al 2017. Il ricorso agli ammortizzatori sociali vede una ripresa nell’utilizzo, coinvolgendo oltre 11% dei lavoratori e investendo tutti gli stabilimenti, ad eccezione dello stabilimento Sevel di Atessa.

L’uso degli ammortizzatori sta interessando anche gli stabilimenti di produzione dei motori e cambi – Termoli, Pratola Serra e Cento – coinvolti già da un processo in atto nel mercato di cambiamento delle motorizzazioni. Nel mese di luglio 2018 abbiamo inoltrato a FCA la richiesta di un incontro per il settore dei motori e cambi, per affrontare in anticipo i processi di riconversione delle produzioni oggi più esposte al diesel. Le recenti decisioni in ambito Europeo di ulteriori limitazioni sul fronte delle emissioni per il 2025 (-20%) e il 2030 (-40%) accelera l’urgenza di una discussione che ponga al centro la questione occupazionale e di prospettiva degli stabilimenti coinvolti.

Analoga richiesta d’incontro l’abbiamo sollecitata anche per lo spin-off di Magneti Marelli.

Tutti questi aspetti caricano di maggior significato l’importanza di dare seguito in tempi stretti agli impegni assunti dal piano industriale presentato il 1 giugno.

Abbiamo giudicato positivamente la decisione di rafforzare in Emea la presenza di Jeep anche con piattaforme produttive, l’allargamento della gamma di prodotti di Alfa Romeo, Maserati e 500, l’ampliamento delle motorizzazioni ibride ed elettriche, la spinta verso la guida autonoma sono elementi del piano positivi che vanno nella direzione giusta, ma la variabile tempo – ribadisce F. Uliano – non può essere considerata neutra a questa discussione e i dati di produzione del terzo trimestre 2018 confermano questa nostra posizione.

Negli ultimi anni in FCA come sindacato abbiamo ottenuto risultati importanti sul fronte occupazionale e sul rafforzamento di uno dei settori più importanti dell’industria del nostro paese, ma è necessario proseguire con la stessa determinazione e noi come FIM-CISL continueremo a farlo per tutelare gli interessi dei lavoratori che rappresentiamo.

Anche il rinnovo del contratto collettivo di FCA e CNHI, in scadenza a fine anno, sarà un’occasione di confronto con l’azienda anche per le prospettive occupazionali, oltre che per migliorare le condizioni salariali e normative dei lavoratori. Entro il mese di ottobre presenteremo le richieste e inizieremo il negoziato con i nuovi vertici di FCA e CNHI.

Ufficio Stampa Fim Cisl

Torino , 8 settembre 2018.

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FCA: Volumi Produttivi dal 2013 al 30.9.18;

 

Stabilimento Dip. numero vetture prodotte 30/09/18 30/09/17 ’18vs’17
31/12/13 31/12/14 31/12/15 31/12/16 31/12/17
Mirafiori  2.514  19.650  16.894  13.900  42.275  48.510  25.881  37.502 -31,0%
Maserati Grugliasco  2.706  11.220  36.100  26.400  23.370  20.968  11.207  14.612 -23,3%
Maserati Modena  1.350  4.800  5.700  6.300  3.916  3.733  1.695  2.671 -36,5%
Cassino  4.300  79.050  51.000  45.668  71.695  135.263  77.942  100.985 -22,8%
Pomigliano  4.749  154.830  161.786  177.026        207.000  204.444  134.202  160.212 -16,2%
Melfi  7.400  115.000  123.000  390.000  364.700  330.536  278.335  246.150 13,1%
Tot FCA Auto  23.019  384.550  394.480  659.294  712.956  743.454  529.262  562.132 -5,8%
Sevel – Fiat Professional  6.100  203.950  229.750  260.800       290.010  292.000  223.500  218.500 2,3%
Totale  29.119  588.500  624.230  920.094  1.002.966  1.035.454  752.762  780.632 -3,6%