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UNA LUCE CHE NON SI SPEGNE. RICORDO DI ALBINO MARCON

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All’età di 92 anni Albino Marcon ci ha lasciati. Lavorava alla  Fervet di Castelfranco Veneto, un’azienda di riparazione e trasformazione di carri e carrozze ferroviarie, dalla quale era stato assunto all’età di 14.  Davanti alla fabbrica lo incontrai la prima volta nel 1962, 58 anni or sono, dove mi ero recato a distribuire dei volantini. Albino era il rappresentante della FIM-CISL in azienda e componente della Commissione Interna,  ed io ero il giovane segretario provinciale della FIM da un anno approdato alla CISL di Treviso. Albino era molto attivo e disponibile: per riunioni, scioperi, picchetti, manifestazioni, formazione sindacale, si poteva sempre contare su di lui. Conservo di lui un ricordo vivo, di stima e amicizia, per la sua grande umanità, la sua generosità e disponibilità. ALBINO Fece parte di quella generazione di militanti che ispiravano il proprio impegno ai valori della democrazia, della gratuità  e della solidarietà e su quelle basi  costruirono si costruì il sindacato nuovo in Italia, partendo dalle fabbriche e nei territori dove lavoravano. Non a caso, Albino, nel marzo del 1944, a 17 anni aveva partecipato agli scioperi contro il nazifascismo.

Conservo un ricordo vivo per tutte le cose buone e importanti che abbiamo fatto assieme con la FIM-CISL, per i lavoratori, per il bene comune, e per l’esemplare testimonianza cristiana della sua vita. L’impegno di Albino non si esauriva certo nel solo sindacato, del quale è sempre rimasto un attivo militante. Era nello stesso tempo impegnato nell’associazionismo cattolico e particolarmente nel Volontariato vincenziano. Fu anche donatore di sangue, per 30 anni e con 100 donazione. Per questo ricevette una medaglia di riconoscimento.

Con Albino Marcon c’era una comunanza di ideali, di quelli che orientano la vita   e danno forza nei momenti difficili e bui.

 Per questo il suo ricordo è ancora così vivo e la sua scomparsa suscita in me una profonda  commozione. Per questo sento il bisogno di esprimere la mia partecipazione e vicinanza alla famiglia di Albino, alla moglie Luisa, alla figlia Emilia e ai figli Ettore e Luca e ringraziarli per le opere e la testimonianza di tutta la sua vita che era anche la loro vita.

Il suo ricordo possa essere un esempio per i giovani, per i nuovi cittadini ad essere disponibili alle responsabilità, a non  aver paura delle difficoltà, a non rassegnarsi mai, a riconoscersi nella testimonianza di questi uomini umili, semplici, che col loro impegno generoso e gratuito hanno reso concreta la democrazia, il riconoscimento della dignità di ogni persona e dato credito alla speranza…..

Franco Bentivogli

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