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Cambiamenti climatici: le richieste dei sindacati

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I sindacati consegnano le loro richieste durante il Summit Sindacale sul Clima a Laurent Fabius, ministro francese degli Esteri e presidente entrante delle negoziazioni ONU sul clima COP21. Mancano appena 80 giorni per l’inizio dei negoziati a Parigi.

Il cancelliere Fabius, presente ieri al Summit Sindacale sul Clima, che ha riunito circa 250 tra dirigenti sindacali dal Ghana al Brasile, dal Canada alle Filippine, dall’Australia alla Repubblica Dominicana (in tutto 44 paesi di Africa, Americhe, Asia, Europa e Oceania) ed esperti ambientali, ha avuto modo di ascoltare le richieste sindacali per un accordo climatico che offra e s’impegni a portare avanti una “transizione giusta” e, al contempo, dimostri ambizione nelle misure da adottare.

Durante il suo intervento, un flash mob da parte dei sindacalisti presenti. E’ stato alzato contemporaneamente un volantino (scaricabile dai seguenti link in francese, inglese e spagnolo Ituc:Csi cop21 demands_fr / Ituc:Csi cop21_demands_en / Ituc:Csi cop21 demands_es ), che riassume graficamente le richieste prioritarie dei sindacati… Alla fine queste sono state simbolicamente sottoscritte anche dal presidente della COP21, con tanto di foto di gruppo.

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In effetti Laurent Fabius, a conclusione del suo intervento, ha dichiarato di voler reintrodurre nell’accordo il tema della “Giusta Transizione”, cioè la salvaguardia dei diritti al lavoro nel passaggio alla nuova economia a basso contenuto di carbonio.

Altra priorità su cui si è impegnato e’ la costituzione del “Fondo Verde” a sostegno degli investimenti per una conversione ecologica dell’economia e per l’attenuazione dei disastri ambientali che già avvengono nei Paesi più poveri. Il presidente della COP21 ritiene che mancano ancora circa 40 miliardi rispetto ai 100 miliardi decisi a Copenaghen nel 2009. Oltre ad impegni aggiuntivi dei singoli Stati , Francia e Germania si sono già pronunciati disponibili. Nelle prossime settimane ci saranno incontri con gli istituti finanziari internazionali (Banca Mondiale e Fondo Monetario Internazionale), per definire le ulteriori iniziative di finanziamento. E proprio su questi punti che si articola la proposta Cisl.

Era toccato a Sharan Burrow, Segretaria Generale della Confederazione Internazionale dei Sindacati, dargli la parola dicendo che “[…] i sindacati si sono sentiti delusi nel vedere che i lavoratori e le loro famiglie sono state eliminate dalla bozza di accordo sul clima e chiedono, pertanto, alla presidenza francese della COP21 di garantire che nell’accordo sia recuperato il riferimento alla transizione giusta”.

“La trasformazione industriale e’ fondamentale per ottenere un futuro senza emissioni di carbonio. Sappiamo che non può portarsi a termine senza un dialogo con i lavoratori nei luoghi di lavoro e nel quadro dei piani nazionali per le nostre economie e industrie. Assumiamo le nostre responsabilità, sappiamo che non ci sono posti di lavoro in un pianeta morto”.

Il Summit Sindacale sul Clima ha sostenuto tre richieste generali e prioritarie per l’Accordo di Parigi rivolgendosi a tutti i Governi:
1. reintegrare il riferimento alla transizione giusta che e’ stata cancellata dalla bozza di accordo;
2. dimostrare maggiore ambizione prima del 2020 e investire nel potenziale racchiuso nelle misure relative ai posti di lavoro e al clima e impegnarsi per una revisione vincolante degli sforzi da compiere;
3. appoggiare i più vulnerabili con gli impegni finanziari promessi.

La nostra confederazione ha declinato queste tre richieste generali con alcune proposte puntuali e precise, contenute nel documento: “Il contributo della Cisl: verso Parigi 2015”, distribuito in occasione del Summit e scaricabile qui di seguito nelle tre versioni in italiano, francese e inglese.

Contributo CISL verso Parigi 2015

Contribution CISL vers Paris 2015

CISL’s contribution the run-up to Paris 2015

“L’Accordo di Parigi deve guidare il mondo verso una società a zero carbonio e zero povertà, se desideriamo contare con un futuro di speranza per i lavoratori e le loro comunità […]”. “Senza un impegno a prendere misure a favore della transizione giusta capace di sostenere la trasformazione industriale già, sono i lavoratori e le loro famiglie quelli che finiranno per pagare il conto”, ha affermato Sharan Burrow.

Un importante e inaspettato (almeno per molti) supporto a questa rivendicazione e’ arrivato da un appassionato e applauditissimo intervento del presidente e direttore esecutivo di Greenpeace International, Kumi Naidoo.

Nelle conclusioni del Summit il presidente della Ituc/Csi, João Felicio e dirigente della Cut brasiliana, ha ribadito l’urgenza di una grande mobilitazione per l’ambiente alla quale associare anche i temi della democrazia, del lavoro e della giustizia sociale, in bilico in tanti Paesi del pianeta . Ha ribadito, inoltre, la necessità di garantire subito la disponibilità delle risorse finanziarie a favore dei paesi più poveri, riprendendo anche alcuni spunti che erano stati posti dall’intervento della Cisl.

Vale la pena ricordare che sia il presidente João Felicio, sia il presidente e direttore esecutivo di Greenpeace International, Kumi Naidoo hanno fatto riferimento all’enciclica “Laudato Si”. Papa Francesco ha rappresentato la lotta ai cambiamenti climatici e in difesa di Madre Terra come dovere di giustizia sociale verso i più poveri del pianeta. E come sindacati, nei diversi ambiti di rappresentanza, non possiamo ignorare questo approccio integrale al tema dell’ecologia.

Infine, come sindacati presenti, tra cui la Fim e la Cisl, ci siamo impegnati a mobilitare i lavoratori affinché partecipino alle manifestazioni per il clima che saranno realizzate nelle strade del mondo sabato 28 e domenica 29 novembre di quest’anno. La principale, con l’obiettivo di almeno 500 mila persone, si svolgerà nelle strade di Parigi dove saranno in corso i negoziati della COP21. Come Fim-Cisl (insieme alla Femca), partendo dal nostro gruppo giovani e dalle strutture del nord-ovest collegate in treno con Parigi, puntiamo ad assicurare una adeguata e organizzata partecipazione, nella prospettiva di rafforzare anche nel nostro paese – come negli Stati Uniti e in Canada – un’alleanza “blue-green”. Le manifestazioni invieranno un forte ed esplicito messaggio ai leader mondiali in arrivo a Parigi, che i cambiamenti climatici sono già in corso e che le persone si aspettano un accordo che riduca le emissioni da subito e che porti a limitare l’innalzamento della temperatura globale a meno di 2 gradi centigradi.

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A cura dell’Ufficio Internazionale Fim-Cisl