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Blutec/Termini Imerese: per i 635 lavoratori tutto bloccato al Ministero dello Sviluppo Economico. Giorgetti ci convochi con urgenza

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Comunicato Stampa Roma, 22 Febbraio 2021

Dichiarazione del Segretario nazionale Ferdinando Uliano e del segretario generale Fim-Cisl Palermo/Trapani Antonino Nobile

Blutec/Termini Imerese: per i 635 lavoratori tutto bloccato al Ministero dello Sviluppo Economico. Giorgetti ci convochi con urgenza

Il Ministero dello Sviluppo Economico, il 5 di febbraio scorso doveva pronunciarsi sul progetto di riconversione industriale per l’ex sito Fiat di Termini Imerese per individuare una soluzione occupazionale agli oltre 635 lavoratori in Cassa Integrazione da oltre 10 anni. La caduta del governo ha fermato tutto e al momento nonostante l’insediamento del nuovo Esecutivo e la nomina del nuovo Ministro allo Sviluppo Economico non si hanno riscontri concreti su chi sta seguendo la crisi dello stabilimento siciliano.

Nella giornata di mercoledì 24 febbraio presso i cancelli della Blutec di Termini Imerese gli oltre 635 lavoratori si riuniscono in assemblea per manifestare la loro rabbia e chiederanno alle istituzioni regionali e nazionali di agire in tempi brevi rispettando agli impegni presi. Non si può perdere ulteriore tempo, lo diciamo con forza al nuovo Ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti. Dall’inizio della vertenza dello stabilimento di Termini Imerese con la comunicazione di chiusura del sito sono passati 11 anni. Prima dell’attuale esecutivo Draghi ben sette governi e otto ministri dello Sviluppo Economico non solo non sono riusciti a trovare una soluzione industriale e occupazionali dentro lo stabilimento di Termini Imerese, ma nemmeno sono riusciti ad attuare forme di ricollocazione occupazionale in altri ambiti lavorativi per un lavoratore ex-Fiat.

Come organizzazioni sindacali abbiamo sollecitato il precedente Governo a costituire una new-co controllata dai creditori pubblici di Blutec, nell’ambito di un accordo concordatario sui debiti che l’azienda ha nei confronti dello Stato. Questa soluzione consentirebbe alla nuova società di prendere in carico i lavoratori e lo stabilimento ed avviare così un processo di reindustrializzazione con le aziende interessati ad investire nel sito, dando ai lavoratori tutte le garanzie necessarie per accompagnarli nel difficile processo di rioccupazione.

Il Ministero dello Sviluppo Economico si era preso l’impegno già nel mese di dicembre 2020 di individuare le concrete soluzioni, anche con il coinvolgimento di Invitalia, per la costituzione della New-co e doveva pronunciarsi sul progetto di riconversione presentato dal consorzio Smart City Group.

A tutt’oggi non ci sono passi in avanti e questo ci preoccupa molto, anche perché alcune iniziative imprenditoriali che avevano mostrato interesse stanno venendo meno.

E’ indispensabile fare presto, per questo sollecitiamo il nuovo Ministro dello Sviluppo Economico di convocare con urgenza le organizzazioni sindacali in rappresentanza degli oltre 635 lavoratori attualmente in Cassa Integrazione fino a giugno 2021, per fare il punto sulla difficile situazione e una verifica puntuale sullo stato di avanzamento degli impegni presi.

Ufficio Stampa nazionale Fim Cisl

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