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La Fim-Cisl da sempre ha posto attenzione sulla ricerca e sulla formazione, strumenti indispensabili per il sindacato per poter capire e rappresentare al meglio il mondo del lavoro . Un’attenzione sempre più necessaria, specie in questa fase di cambiamenti a cui stiamo assistendo, non solo nel mondo del lavoro ma nell’economia e nella società. Per questo, la ricerca e lo studio sono sempre più “core” nella nostra attività quotidiana e di prospettiva, elementi indispensabili per capire i cambiamenti e provare ad anticiparli.
Nel 2011 come Fim abbiamo avviato un progetto di ricerca con i Politecnici di Milano e Torino mettendo in campo la più grande indagine sul lavoro degli ultimi 30 anni : “ Le persone e la Fabbrica”, una ricerca sulla concreta applicazione e le sue ricadute sul lavoro e sui lavoratori, del modello WCM (World Class Manufacturing) in tutti gli stabilimenti del Gruppo Fiat- Chrysler Italia.
Nel 2015 poi, siamo stati il primo sindacato a farlo, abbiamo avviato un progetto di ricerca sulla quarta rivoluzione industriale, meglio conosciuta come Industry 4.0, con un convegno organizzato all’Expò di Milano da cui il saggio #Sindacatofuturo in Industry4.0, conviti, che la “rivoluzione” in atto, rappresenta uno spartiacque . Un cambiamento epocale che interesserà non solo l’industria e l’economia ma anche la politica e la società dentro cui il lavoro organizzato non può rischiare di rimanere al margine.
Per questo motivo abbiamo rilanciato con forza anche l’attività formativa del nostro Centro Studi e Formazione di Amelia in Umbria (il Romitorio) e avviate molte collaborazioni con ricercatori e università, non ultima quella con Adapt sull’organizzazione del lavoro dallo smartworking al co-working e avviato campagne formative e comunicative. La sfida che la Fim sta intraprendendo la vincerà soltanto se saprà reintrodurre la centralità del contributo delle persone, la necessità di condivisione dei benefici in modo inclusivo e se riuscirà a stare in campo con proposte adeguate. Perché il sindacato non deve temere di esercitare il suo ruolo contrattuale e di rappresentanza; ma per farlo e farlo bene bisogna ricominciare a fare studi e ricerche, senza paura del futuro, perché solo avendo a disposizione la conoscenza e gli strumenti necessari possiamo provare a rendere migliore la vita dei lavoratori e la qualità del lavoro di oggi e di domani.

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